Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Si tuffa dal pedalò, giovane afgano annega: indagini della Procura
ALPAGO Tragedia al lago di Santa Croce: indaga la Procura di Belluno. Domenica pomeriggio un giovane di origini afgane, uscito in pedalò con alcuni amici, è caduto in acqua ed è annegato. Ieri il pm di turno ha disposto l’esame autoptico per chiarire la causa del decesso. Nel frattempo sono stati sentiti coloro che si trovavano con lui per cercare di ricostruire quanto accaduto. La vicenda, infatti, ha lasciato diversi punti interrogativi. Il giovane si chiamava Rahmatuallah e viveva da circa un anno e mezzo nella casa di accoglienza Cooperativa Integra in Alpago. Tra le carte che gli appartenevano i carabinieri non sono riusciti a trovare il cognome. Solo il nome, probabilmente inventato, e una data di nascita: primo gennaio 1994. Dopo aver mangiato un piatto di pasta,
Rahmatuallah è sceso al lago e insieme ad altre tre persone, due pakistani e un afgano, ha noleggiato un pedalò. Si trovavano a circa 70 metri dalla spiaggia quando, per cause in corso di accertamento, il giovane è caduto in acqua. Rahmatuallah non sapeva nuotare, così come, pare, gli altri componenti del gruppo, e non aveva un giubbotto salvagente. I vestiti, inzuppati d’acqua, hanno solo accelerato l’annegamento. Uno degli amici ha provato a salvarlo, invano. Sul posto i vigili del fuoco di Belluno, l’elicottero Drago 60 da Bologna e i sommozzatori di Venezia. Il corpo è stato trovato alle 19.25 a cinque metri e mezzo di profondità.L’indagine della Procura dovrà chiarire innanzitutto come sia finito in acqua. Rahmatuallah non sapeva nuotare ed era vestito, quindi non può essersi tuffato. Qualcuno l’ha spinto? E poi: come è morto? Il giovane aveva appena mangiato, forse da un’ora, e potrebbe aver avuto una congestione. Solo l’esame autoptico e le testimonianze degli amici potranno chiarire l’accaduto.