Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Mascherina dopo le 18 La prefettura potenzia i controlli nelle piazze «Ma la indossano tutti»

- Silvia Madiotto

TREVISO C’è chi la mette anche durante il giorno e chi non la usa nemmeno di sera, chi la indossa sul gomito e chi l’arriccia sotto il mento.

La mascherina, uno dei simboli dell’epidemia Covid, è oggetto di lunghe discussion­i fra familiari, colleghi, amici e conoscenti e (soprattutt­o da lunedì) è un obbligo: nei luoghi chiusi sempre, all’aperto dove non si riesce a mantenere la distanza di un metro; la si può togliere per fare sport, bere o mangiare, poco altro. Ma come si definiscon­o le zone a rischio? Come va applicata l’ordinanza del ministro della Salute che ne impone l’utilizzo per 12 ore dall’aperitivo all’alba per ridurre la possibilit­à di contagio? Mentre ristorator­i e baristi temono per le loro attività in una fascia oraria che ha un elevato impatto sul fatturato settimanal­e, per buona parte i trevigiani rispettosa­mente si adattano. Calmaggior­e, piazze, fuori dai locali: la mascherina c’è, la paura della multa batte le posizioni negazionis­te. Se ne parla anche agli alti piani istituzion­ali perché ci sono piccoli buchi interpreta­tivi. Così la prefettura ha convocato ieri mattina il tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblica: con il viceprefet­to Antonello Roccoberto­n c’erano i vertici delle forze dell’ordine, il presidente della Provincia, il vicesindac­o e la polizia locale di Treviso per valutare «le modalità di attuazione delle misure introdotte dall’ordinanza del 16 agosto con particolar­e riferiment­o all’obbligo, dalle 18 alle ore 6, di usare protezioni delle vie respirator­ie, anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie) ove per le caratteris­tiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembrame­nti anche di natura spontanea e/o occasional­e». Detta così non si capisce esattament­e quali siano questi spazi, se siano tutti, alcuni, pochi o tanti. La decisione però è stata presa: aumentare i controlli e dare potere ai sindaci di chiudere i locali ritenuti a rischio. I servizi di controllo sono stati affidati alla polizia locale di ogni Comune e, in caso di necessità, con la collaboraz­ione delle forze di polizia, mentre alle amministra­zioni viene chiesto di fare opera di sensibiliz­zazione con i cittadini. In linea di massima il tavolo ha rilevato che «la popolazion­e ha da tempo assunto

Gallo

Faremo quello che già facciamo: informazio­ne e prevenzion­e

comportame­nti consapevol­i della necessità di adottare misure di prevenzion­e, e che le misure riguardano casi particolar­i che si possono verificare nella fascia oraria indicata, nei quali non sia assicurato il distanziam­ento di un metro». Ma non basta, ed ecco il punto: «Le amministra­zioni per fronteggia­re possibili criticità potranno intervenir­e sull’orario di apertura degli esercizi pubblici laddove il protrarsi della attività si rivelasse foriero di situazioni in contrasto con il divieto di assembrame­nto o con le regole del distanziam­ento». A Treviso la polizia locale è già allertata: «Continuere­mo a fare quello che già facciamo – commenta il comandante Andrea Gallo -. Informazio­ne, prevenzion­e e, se ci saranno situazioni palesement­e irregolari, integrerem­o con sanzioni. Il consiglio è usare sempre le mascherine all’aperto dalle 18. Una regola semplice e chiara. Un eccesso di prudenza, forse, ma che evita multe e contagio».

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 ??  ?? Mascherine Dopo le 18 spuntano le mascherine per il centro di Treviso. Sono pochissimi quelli che non indossano il dispositiv­o
Mascherine Dopo le 18 spuntano le mascherine per il centro di Treviso. Sono pochissimi quelli che non indossano il dispositiv­o

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