Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Addio ad Ottavio Ferrari Costruì intorno a Fis un impero senza far clamore
Tra i farmaci e la plastica fu tra i protagonisti del boom
VICENZA «Papà era uno di quegli imprenditori del boom economico che, d’estate, lasciava la fabbrica il sabato pomeriggio, ci raggiungeva al mare, e la domenica sera era di nuovo in autostrada, per poter essere al suo posto di lavoro il lunedì mattina». Così Ottavio Ferrari, scomparso a 93 anni nella sua Vicenza, viene ricordato dal figlio Alberto, che usa quest’immagine per chiarire quanto lavoro e famiglia abbiano costituito l’unico asse su cui si è dipanata l’esistenza di un uomo d’impresa, riservato e giudiziosamente ottimista. Doti che ha saputo far pesare sin dall’inizio nella storia della Fis, Fabbrica italiana sintetici, industria farmaceutica da oltre 400 milioni di fatturato, nata nel 1957 da una costola di un altro colosso vicentino del settore, la Zambon.
Sembra perciò un esito quanto mai naturale il fatto che Ottavio Ferrari, rimasto vedovo tre anni fa, abbia potuto spegnersi la sera del 19 agosto nella quiete della propria abitazione, assistito da Alberto assieme alle altre due figlie, Antonella e Cecilia. I legami familiari sono d’altra parte la chiave per comprendere la sua storia di uomo d’impresa, nata nel momento in cui, assieme ai fratelli Antonio e Gianfranco, entrambi scomparsi, dà vita alla Fis, alla cui nascita partecipa anche il padre Giovanni, cognato di Gaetano Zambon.
Come i fatti dimostreranno, Fis non è qualcosa che in quel 1957 «rompe» con la Zambon, ma più esattamente «germina» al suo interno. Ciò è dovuto all’intuizione di un mercato dove c’è un grande vuoto da colmare, nella fornitura di quei principi attivi che costituiscono la materia prima per chi produce farmaci. All’epoca è una domanda da esaudire anche all’estero, a cominciare dagli Usa, dove nel 1964 un preparato anti-batterico per le infezioni delle vie urinarie, la nitrofurantoina, consente alla Fis la prima registrazione in seno alla Fda, l’authority di regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.
Prende le mosse da qui il primo dei grandi salti in grado di spiegare le dimensioni attuali di Fis, oggi 1.200 dipendenti, divisi fra la sede storica di Montecchio e quella aperta nel 1990 a Termoli, in Molise, oltre allo stabilimento di Lonigo acquisito nel 2016 dalla Zambon, nel pieno segno di una continuità familiare simile a un marchio di fabbrica.
Entro questa dinasty in stile Nordest, Ottavio Ferrari trova modo di ritagliarsi una personale avventura d’impresa. Continuando a restare in seno a Fis assieme a fratelli, figli e nipoti, in società con Leonardo Concato fonda la Imp, la cui sede di Altavilla Vicentina, oggi 130 dipendenti. Anche qui si comincia dal grande indotto farmaceutico, a cui fornire confezioni per supposte e iniezioni, mentre l’accelerazione arriva negli anni Ottanta con i contenitori per i liquidi, quando le multinazionali della detergenza inviano all’azienda la ricetta per la produzione completa, involucro più preparato chimico, dei più noti prodotti per bagni e cucina.
Fino all’introduzione dei codici a barre, il marchio Imp era quindi leggibile sul retro di detersivi entrati in milioni di case. Una sorta di «firma» discreta, quanto di peso. Nello stile di Ottavio Ferrari.
Il figlio
Era di quella generazione che d’estate il mare lo vedeva solo il sabato e la domenica