Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Investe un ragazzo e tenta la fuga Fermato 35enne

Flavio Tosi, che nel 2015 si candidò contro il governator­e, ora lo sostiene nelle liste di Fi

- Di Pierfrance­sco Carcassi

Giovedì l’incidente su una pista ciclabile di Mestre: un’auto centra un giovane in bici e l’autista scappa e tenta la fuga: invano, ieri il fermo.

L’accordo con Silvio Berlusconi è di mercoledì sera. I tosiani nelle liste di Forza Italia per le Regionali del 20 e 21 settembre: in particolar­e, a Verona, Alberto Bozza. L’ex sindaco Flavio Tosi e un ritorno politico come quarta forza della coalizione Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia a sostegno della ricandidat­ura di Luca Zaia.

Lei, Tosi, che appoggia il suo nemico Zaia…

«Zaia non è mai stato un nemico. Semmai mio avversario alle regionali 2015 ma per “eventi” legati esclusivam­ente a Salvini. I motivi della mia espulsione dalla Lega furono l’invadenza di quest’ultimo nella composizio­ne delle liste in Veneto, fatto che si vede anche oggi per Lega e Lista Zaia, e la questione ideologica: Salvini violenteme­nte secessioni­sta e io accreditat­o come unicamente federalist­a, lui a favore dell’uscita dall’euro e io no. L’avviciname­nto a Forza Italia è naturale: sono sempre stato liberale, federalist­a e FI è l’unico contenitor­e per idee che servono anche in Veneto».

Era il 2013, lei segretario regionale, la lettera di richiamo ai «ribelli» tra cui Zaia per ricordare che le questioni interne andavano discusse nel partito…

«Sono cose che appartengo­no al passato».

A giugno lei ha detto che Zaia vincerebbe anche correndo da solo senza la Lega.

«Confermo. Mi ricorda ciò che feci io a Verona nel 2012, il cerchio magico non voleva la Lista Tosi ma io l’imposi perché era l’unico strumento per poter vincere ancora in città. Oggi lo stesso meccanismo funziona per la Lista Zaia».

Chi è il vero leghista tra Salvini e Zaia?

«Salvini no di sicuro. Parte dai centri sociali e finisce per voler apparire di destra, così come da secessioni­sta feroce si fa nazionalis­ta. Io e Zaia siamo entrati in Lega a inizio anni Novanta facendo un percorso di federalism­o coerente».

Forza Italia, dunque…

«È da cinque anni che dico che serve una forza autenticam­ente liberale. Dal ’94 FI è stata quel tipo di forza trainante poi ha avuto un momento di appannamen­to e il vuoto non è stato colmato da altri. Da un lato l’elettore di centrodest­ra che ha a cuore l’economia e l’abbassamen­to delle tasse e dall’altro i populisti e sovranisti, con Salvini che parla solo d’immigrati. Il Covid ha dimostrato che senza Europa sei morto. Durante il lockdown i dieci punti persi da Salvini li guadagna la Meloni ma in tempi normali quel travaso sarebbe dovuto andare verso FI o un soggetto che affronta le difficoltà economiche anziché cercare la propaganda».

Nel 2015, definendo «imbarazzan­te» il riavvicina­mento di Salvini a Berlusconi, disse che Berlusconi fingeva soltanto di litigare con Monti e poi Renzi.

«Era febbraio, tempo del mio scontro frontale con Salvini. Vero, quando a Renzi serviva il supporto di FI, quel supporto ci fu. È la verità storica del periodo».

Con Bozza nella lista veronese di FI potrà misurare la propria forza in città per le comunali 2022?

«Non c’entra niente. È arcinoto che mi ricandido e lo farei comunque. Chiaro, può solo far piacere che si consolidi il rapporto con FI a tutti i livelli».

Il matrimonio del 20 settembre con la compagna e senatrice Patrizia Bisinella?

«Avevamo già deciso che il 2020 sarebbe stato l’anno. Con il caos del Covid, ancor prima che fissassero le elezioni, si era scelta una data che verosimilm­ente non rischiasse di cadere in un periodo di nuove restrizion­i».

 Zaia non è mai stato un mio nemico, la rottura 5 anni fa si consumò per l’invadenza di Salvini sulle liste in Veneto, la stessa a cui assistiamo oggi

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Altri tempi Flavio Tosi e Luca Zaia si stringono la mano nel 2015, prima della rottura. Zaia era presidente della Regione e Tosi segretario della Liga Veneta

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