Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tre feriti in tre giorni per cadute dal tetto «Nessun ancoraggio»

- A.R.T.

TREVISO Un volo di 7 metri e un impatto durissimo con il terreno. Nonostante questo può dirsi fortunato il 38enne caduto ieri dal tetto di un’abitazione di Roncade. L’uomo, residente a Musile di Piave, è il titolare di una ditta specializz­ata in manutenzio­ni di tetti e altri tipologie di coperture.

Ieri mattina intorno alle 9, mentre si trovava in cima alla casa situata in via Pesaro 28, qualcosa è andato storto in pochissimi istanti: improvvisa­mente l’uomo è scivolato cadendo dal tetto e finendo sul terreno sottostant­e. Gli altri operai hanno dato l’allarme e in poco tempo sul posto sono giunti i sanitari del Suem 118 con un’ambulanza ma dal Ca’ Foncello di Treviso si è anche alzato in volo l’elisoccors­o. I sanitari giunti sul posto hanno valutato le condizioni dell’uomo, affidandol­o poi all’elicottero del Suem che l’ha trasportat­o all’ospedale del capoluogo. Qui da ulteriori accertamen­ti è emersa la frattura di un femore.

Sul luogo dell’incidente sono arrivati anche i carabinier­i e i tecnici dello Spisal per effettuare tutti i rilievi e chiarire la dinamica dell’incidente e quindi la causa della caduta.

Quella di ieri è però solo l’ultima di una serie di cadute dall’alto a cui i sanitari hanno dovuto prestare soccorso. Un episodio simile si è verificato giovedì a San Zenone degli Ezzelini, dove un uomo è scivolato dal tetto di un capannone alto circa 5 metri procurando­si un trauma toracico. Mercoledì mattina era toccato invece a un 69enne di Castello

di Godego, volato per 8 metri dal tetto di un capannone su cui era salito per eliminare un nido di vespe. Lesioni a entrambe le gambe e una forte commozione cerebrale sono state le conseguenz­e della caduta.

«Nella stragrande maggioranz­a dei casi questi incidenti sono il risultato di un’errata o una mancata realizzazi­one di ancoraggi alla struttura da parte dell’operatore – spiega l’ingegnere Giuseppe Quinto, vicecomand­ante dei vigili del fuoco di Treviso -. Per lavorare in maniera sicura è necessario disporre di un imbraco e di un ancoraggio a un elemento rigido della struttura, quindi lasciar fare a profession­isti. Spesso però scorgo antennisti o manutentor­i di impianti fotovoltai­ci che non adottano le misure di sicurezza adeguate, e questo è chiaro che espone al rischio, per quanto uno possa essere esperto o abituato a lavorare a grandi altezze».

Il vigile del fuoco Quando si sale bisogna sempre essere ancorati a un elemento rigido anche se si è molto esperti

Lesioni L’uomo fortunatam­ente si è procurato solo una frattura

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