Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tilda al Lido Grazia punk fra politica e mondanità

I quattro giorni di Swinton: pochi Vip e l’attrice inglese rilancia l’attivismo

- D’Ascenzo

«Tilda, se potessi dire qualcosa di politico dal palco...». E come poteva sottrarsi l‘eterna ragazza punk paladina dei diritti civili, dalle lotte LGBT al «black lives matter». Una che all’approdo al Lido per ritirare il Leone d’Oro alla carriera si è mostrata ai fotografi incrociand­o le braccia sul petto al motto di «Wakanda forever», il saluto degli abitanti del regno di Wakanda del film Black Panther, in memoria dell’attore Chadwick Boseman, scomparso qualche giorno fa. Dunque alla richiesta, Tilda ha risposto «presente». Da qui è nata la frase su Venezia così bella «finalmente libera dalle navi da crociera».

In queste ore in cui il Lido è testimone di un’altra svolta della sua carriera, col Leone d’Oro e il primo ruolo da protagonis­ta assoluta per il regista spagnolo Pedro Almodóvar nel mediometra­ggio La voce umana, visto ieri in anteprima alla Mostra, Tilda Swinton brilla diafana dietro la mascherina d’oro dell’artista islandese James Murray, lo stesso che crea le mascherine di Bjork. Scortata dal compagno Sandro Kopp, artista, alloggia all’hotel Belmond Cipriani alla Giudecca e già oggi ripartirà per la Scozia, dove vive insieme a Sandro e i figli avuti dal precedente marito. Quattro giorni nemmeno pieni che però hanno lasciato il segno in una Mostra povera di divi ma ricca di cuore. Il suo anticonfor­mismo fisico ed emotivo trova un completame­nto nelle mise esibite sul red carpet: per il leone d’oro gonna e corpetto Chanel bianco e nero; per la prima del film, ieri, robe manteaux bianco di pizzo pesante su scarpe damascate, sempre della maison che fu di madame Coco; un abito e un incedere che si sono incrociati con la fisicità prorompent­e di Georgina Rodríguez, compagna di Cristiano Ronaldo, sul red carpet in un fasciantis­simo abito a sirena avorio. La foto

ricordo che Georgina - 20 milioni di follower su Instagramh­a chiesto all’ignara Tilda, resterà negli annali alla voce «gli opposti che non si attraggono».

La grazia punk con cui ricevendo il leone d’oro alla carriera si è definita una principian­te, è la stessa con cui, poche ore prima della cerimonia, ha accolto il suggerimen­to di Toto Bergamo Rossi sul «dire qualcosa di politico», che un po’ somiglia a quel «dì qualcosa di sinistra» che Moretti gridava a D’Alema in Aprile. «Alla vista di Venezia senza navi - racconta il direttore di Venetian Heritage - mi ha chiesto: “Ma dove sono?”. E siccome lei qualche anno fa, insieme a Wes Anderson, era stata tra i firmatari della nostra petizione per farle andare via da Venezia, ha colto l’occasione». Politica, dunque. E poca mondanità. Per una che, ha dichiarato, starebbe volentieri a curare il suo giardino. Ma poi arrivano le chiamate come quella di Pedro e come si fa a dire di no? Un progetto nato per caso, per la voglia di lavorare insieme e di fare cinema dopo i mesi del confinamen­to, ma partendo da un testo che da sempre significa qualcosa nella vita del regista: quello della Voce

umana di Jean Cocteau. «Conosco un monaco benedettin­o - ha detto Tilda - e qualche anno fa lui mi ha detto: “Prego per te”. Io gli ho chiesto: “Prega perché un giorno io possa fare un film con Almodóvar”. Perché da quando ho visto

Donne sull’orlo di una crisi di

nervi mi sono innamorata».

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(Vision) Distanze Tilda Swinton, a sinistra, e Georgina, che ieri ha movimentat­o il red carpet
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