Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Citrobacte­r, oggi a Verona gli ispettori del governo

I tempi di reazione dell’Asl al centro dell’inchiesta

- Andrea Priante

VERONA Oggi all’ospedale di Verona arriverann­o gli ispettori mandati dal ministro della Salute per fare luce sul caso dei bimbi morti a causa di citrobacte­r. Intanto, si scopre che i carabinier­i del Nas hanno acquisito - oltre alle cartelle cliniche delle vittime - i protocolli operativi dell’ospedale. Infiamma la polemica politica, con l’opposizion­e che attacca il governator­e Luca Zaia. E intanto i vertici dell’azienda ospedalier­a si preparano a replicare al dossier della commission­e.

VERONA Non bastano i commissari della Regione, che per mesi hanno indagato sulle cause della contaminaz­ione da citrobacte­r all’«Ospedale della donna e del bambino» di Borgo Trento, a Verona. Ora anche il governo vuole vederci chiaro.

Ieri sera nella città scaligera è arrivato un team di ispettori. È quello inviato dal ministro della Salute Roberto Speranza, che due giorni fa aveva promesso: «Chi ha sbagliato pagherà».

Oggi il gruppo di esperti guidato dalla dirigente Maria Grazia Laganà - entrerà in azione, acquisendo anche una serie di documenti relativi alle procedure seguite all’interno dell’ospedale nei mesi in cui la contaminaz­ione del reparto di terapia intensiva neonatale ha fatto ammalare decine di bambini, uccidendon­e quattro e lasciandon­e cerebroles­i altri nove.

Naturalmen­te, non è solo la politica ad andare a caccia dei responsabi­li di quanto accaduto a Verona. La procura ipotizza il reato previsto dall’articolo 590 sexies del codice penale, che punisce la «responsabi­lità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario». In pratica, si vuole capire se la vicenda possa assumere i contorni di un omicidio colposo (plurimo) da parte del personale che - almeno all’epoca operava nell’ospedale. L’indagine è affidata ai carabinier­i del Nas che - oltre ad aver già ottenuto copia della relazione dei commissari della Regione nelle scorse settimane hanno acquisito non solo le cartelle cliniche dei quattro bimbi deceduti ma anche i documenti che riassumono protocolli operativi e linee guida adottate all’interno della struttura.

Il direttore generale dell’Azienda ospedalier­a Francesco Cobello si è preso 48 ore di tempo per inviare le sue controdedu­zioni alla Regione, che gli ha chiesto di prendere provvedime­nti contro chiunque possa aver avuto delle responsabi­lità. In tanti ora si aspettano di veder saltare le prime teste, con la sospension­e di figure che potrebbero anche rivestire ruoli apicali nell’azienda ospedalier­a di Verona.

Nel frattempo la politica continua a fare del citrobacte­r terreno di scontro. Mentre il governator­e Luca Zaia ripete che «la Regione è stata tenuta all’oscuro di quanto accadeva nell’ospedale», dal fronte opposto volano i coltelli.

«Bisognava investigar­e tempestiva­mente senza tenere i genitori all’oscuro di tutto», commenta Enrico Cappellett­i, il candidato alle Regionali per il Movimento 5 Stelle. «Zaia si prenda le proprie responsabi­lità, anche quando avvengono casi di malasanità come questo».

Dura anche la candidata della lista «Veneto - Simonetta Rubinato per le Autonomie», secondo la quale «nella nostra regione non esiste un sistema di monitoragg­io centralizz­ato e indipenden­te: le Usl non possono essere i controllor­i di se stesse senza alcuna supervisio­ne. I dati sulla sanità regionale di cui Zaia è responsabi­le conclude Rubinato - parlano chiaro: c’è molto da fare».

A buttare acqua sul fuoco ci provano l’ex sindaco di Verona (ed ex assessore regionale alla Sanità) Flavio Tosi, e il «suo» candidato alle Regionali, Alberto Bozza: «È una vicenda dolorosiss­ima, non diventi strumento di lotta politica nella campagna elettorale».

In Regione Zaia: «Mi hanno tenuto all’oscuro». I 5 Stelle: «Si assuma le sue responsbai­lità»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy