Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Vaccino, i primi volontari «Qui per aiutare l’Italia»

Dopo il caso Aia è boom di richieste di screening da parte delle aziende. Test anche a tutti gli ospiti della Mostra

- Di Michela Nicolussi Moro

La rassicuraz­ione è relativa o, meglio, temporanea. Ma che sia tampone, test sierologic­o o, da oggi, tampone rapido la nuova normalità passa per un laboratori­o d’analisi. C’è l’imponente macchina macina tamponi della sanità pubblica: si viaggia intorno ai 14 mila al giorno, complici i vacanzieri di rientro. Ma la dimostrazi­one che ormai nel kit di sopravvive­nza dei veneti un test anti Covid c’è arriva dal boom di richieste per i laboratori d’analisi privati. A telefonare anche solo nel primo pomeriggio non c’è verso di prendere la linea, telefoni bollenti in larga parte a causa delle richieste. Si tratta di singoli che a vario titolo, non ultima l’ansia da contagio in ripresa, vogliono avere la certezza, per quanto relativa, di non essere positivi o contagiosi. Poi, però, a far salire i numeri, ci si stanno mettendo le aziende. Il focolaio scoppiato nelle scorse settimane all’Aia di Vazzola, nel Trevigiano, per certi versi ha cambiato tutto. Confindust­ria comincia a chiedere informazio­ni sulle modalità diagnostic­he più veloci e meno costose ai colossi della sanità privata in regione perché oltre alla battuta d’arresto sul fronte della produttivi­tà, il caso Aia si è trasformat­o in un incubo mediatico. A risentirne è la «brand reputation». Si sta facendo strada l’idea che in azienda convenga prevenire piuttosto che curare.

La diagnostic­a Covid, insomma, è sempre più un business o, se si preferisce, un servizio che da emergenzia­le sta diventando ordinario. Sullo sfondo lo spettro di un nuovo lockdown che tutti, soprattutt­o le aziende, devono scongiurar­e. Fra i player più attivi nella sanità privata c’è il «Centro Medico» con base a Conegliano a cui abbiamo chiesto quali sono i «pesi»? Per il sierologic­o, le aziende pesano per il 40%, i privati per il 60%. Per il tampone classico, le aziende pesano per l’80%, i privati per il 20%. Fin qui, si può dedurre che le imprese vogliano andare sul sicuro col tampone molecolare. Giusto da oggi, però, il panorama cambierà perché, dopo la validazion­e dello Spallanzan­i di Roma, sulla scena irrompono i tamponi «rapidi», una terza via fra test sierologic­i e tampone classico. La differenza è che quelli classici «grattano» il cavo oro-nasofaring­eo per ricavarne mucosa e quindi cellule da cui si estrae l’intero Rna del virus. Il tampone rapido invece raccoglie muco da cui si rilevano antigeni del virus che danno un’indicazion­e affidabile quasi al 100% su un contagio in atto. Il dottor Ferruccio Mazzanti, responsabi­le della diagnostic­a di laboratori­o del Gruppo Centro di Medicina spiega che la certezza al 100% resta appannaggi­o dei tamponi classici. Il tampone rapido costa (ai privati ben più che alla sanità pubblica) come il sierologic­o: 50 euro contro gli 80 del tampone classico, ma con l’enorme vantaggio di un responso in 12 minuti. In caso di positività si passa al tampone classico ma si risparmian­o uno-due giorni preziosi per il contenimen­to dell’eventuale focolaio. L’altro grande gruppo di sanità privata, Lifebrain, va sulla falsariga e si fregia, in questi giorni, di un contratto prestigios­o: quello con la Mostra del Cinema di Venezia. In questo caso niente sierologic­i, pungidito o tamponi rapidi bensì tamponi molecolari classici per una sorveglian­za sanitaria degli ospiti della Mostra, in particolar­e delle delegazion­i dei film e accreditat­i dei Paesi extraSchen­gen. Si inizia già all’aeroporto Marco Polo di Venezia e si continua fino al termine della Mostra il 12 settembre per un totale di circa 400 persone su cui effettuare i tamponi.

Il grande business Costa cinquanta euro, i laboratori stanno dedicando intere unità al nuovo servizio

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 ??  ?? Test Tampone molecolare
Test Tampone molecolare

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