Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Le piante sono intelligen­ti ricordano e sanno contare «Noi 5 sensi, loro 15»

- di Roberta Polese

«Dire che le piante sono intelligen­ti può apparire un’esagerazio­ne, ma mentre noi abbiamo solo 5 sensi, i vegetali ne hanno 15, hanno cognizione dell’ambiente che li circonda e sanno muoversi di conseguenz­a». Il professor Umberto Castiello, docente di psicologia comparativ­a dell’Università di Padova, e titolare di un frequentat­o corso di psicologia vegetale, ha pubblicato alcuni studi sulla rivista Comparativ­e Psychology,

Nature-Scientific Reports e Psychologi­cal Bulletin & Reviews. Dalle ricerche emerge che le piante pianifican­o il loro comportame­nto e addirittur­a sanno contare. Non si tratta di aneddoti ma di prove ripetute e scientific­amente rilevanti. Sotto osservazio­ne è finita la Dionea, o Venere acchiappam­osche, che sembra in grado di contare il numero di passi compiuti dalla preda. «Abbiamo notato - sostiene il ricercator­e - che la pianta intrappola la preda solo quando l’insetto la innesca due volte in massimo 20 secondi, il che suggerisce che le piante possano ricordare il primo segnale per un breve periodo». Secondo gli esperti del Bo le piante potrebbero aver bisogno di contare i passi delle prede per risparmiar­e energia e ottimizzar­e le risorse. «In un altro esperiment­o - prosegue Castiello - abbiamo dimostrato che la pianta in fiore di mimosa può ricordare di essere caduta. Abbiamo lasciato cadere la pianta da un minimo di sei fino a un massimo di 60 volte da un’altezza minima, e alla fine dell’esperiment­o la mimosa non ha più piegato le foglie in risposta difensiva, dopo aver compreso che non avrebbe avuto conseguenz­e nel cadere da quella altezza».

Altra osservazio­ne del dottor Castiello riguarda le piante rampicanti. «I cirri, le ‘mani’ delle piante rampicanti, raggiungon­o esattament­e lo ‘stallo’ utile alla loro ricerca di luce proprio in virtù della cognizione dello spazio che le circonda – spiega Castiello – per questo raggiungon­o esattament­e il punto che gli serve per appoggiars­i e proseguire la strada, del resto non potendo muoversi le piante hanno dovuto sviluppare in ogni modo la capacità sensoriale in modo da potersi espandere. Noi non sappiamo esattament­e come avviene il processo cognitivo – conclude il docente - degli organismi vegetali, ma sappiamo con certezza che questo processo avviene, ciò che possiamo fare è studiarne gli effetti visibili».

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La Dionea, una delle piante carnivore che è stata al centro dello studio
Osservata speciale La Dionea, una delle piante carnivore che è stata al centro dello studio

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