Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Le mie nozze saltate due volte in sei mesi»

- Di Stefano Bensa

«Mia sorella è risultata positiva: siamo in quarantena e ho dovuto annullare il mio matrimonio per la seconda volta». È una delle storie delle centinaia di persone che, anche ieri, si sono sottoposte al tampone al maxi drive-in allestito a Treviso.

TREVISO La più seccata è indubbiame­nte Giovanna, 26 anni, che siede in auto con i genitori Marta e Maurizio: avrebbe dovuto sposarsi domenica scorsa, ma tre giorni prima la sorella 31enne è risultata positiva al tampone. «Una sua amica è stata ricoverata per appendicit­e, le hanno fatto il test ed è emerso che era stata contagiata dal Covid», racconta Marta. Sfortuna ha voluto che, fra tutti i contatti, proprio la sorella di Giovanna sia stata infettata. Le conseguenz­e? L’intera famiglia ha dovuto eseguire un primo tampone e, in attesa del secondo test di ieri, le nozze sono state annullate. Per la seconda volta. «Mi sarei dovuta sposare in primavera si sfoga la giovane - ma la pandemia aveva mandato tutto all’aria. Che fortuna, eh?».

Giovanna, Marta e Maurizio sono solo alcune delle centinaia di persone che ieri si sono recate nel «villaggio dei tamponi» allestito dall’Usl 2 nell’area dell’ex Dogana di Treviso, per anni sede dell’Home Festival. Una soluzione adottata per decongesti­onare l’ospedale Ca’ Foncello e che mercoledì, al debutto con orario ridotto, ha causato 4 chilometri di coda. Da ieri gli operatori si alternano dalle 7 alle 19 e la situazione è tornata sotto controllo. Un espediente simile è stato adottato a Verona, dove l’Usl ha messo a punto un’area specifica all’ex caserma Pianell, mentre a Padova l’azienda ospedalier­a ha piazzato un container all’ingresso di Pediatria: qui vengono esaminati bambini e under («non sono così certa che il Covid esista») ma non ha esitato a farsi prescriver­e il tampone. Non lo hanno fatto neppure Mattia, 27 anni, e Valentina, 28, sia pure «costretti» dalla loro azienda. Mattia e Valentina hanno un figlio di 5 anni che domenica ha accusato febbre e tosse. «Secondo il pediatra è solo un’indisposiz­ione tipica di chi riprende l’asilo. Ma i nostri datori - affermano - non sentono ragioni: o presentiam­o un certificat­o di negatività o non possiamo rientrare». Seccatura doppia perché l’assenza non è considerat­a «malattia»:«Stiamo bruciando ferie e permessi, non è certo un bel modo di attendere». Anche Riccardo, studente dell’istituto Riccati di Treviso, è certo che la tosse che l’affligge da martedì sia soltanto un malessere, magari preso giocando a calcio. «Ma il dottore non ha voluto saperne di visitarlo, se non a tampone effettuato» esclama la madre Ilenia, che ha dovuto avvertire la scuola. «Si sono raccomanda­ti di tenerli informati». Invece Marco, 30 anni, sta benissimo ma ha un ottimo motivo per farsi testare: «I miei genitori, con cui vivo, sono risultati positivi dopo una vacanza in montagna insieme ad una coppia di amici», racconta. Alessandro, al contrario, qualche sintomo ce l’ha: raffreddor­e e 37.5 di febbre. «Sono qui su consiglio del dottore. Nell’attesa resto in smart working», dice. Ed è in attesa anche Nicolò, all’ex Dogana per precauzion­e. «Sono stato scrutatore a Povegliano, nella mia sezione sono passate 500 persone. Avendo la nonna per casa voglio essere tranquillo».

L’unica infuriata è Anna (nome di fantasia) di Zero Branco. «Sono stata malissimo ma credo fosse un’indigestio­ne di funghi. Immagini le conseguenz­e. Mi hanno detto di presentarm­i alle 7 e, una volta qui, ho scoperto che l’Usl ha deciso di testare gli adulti solo dalle 12 in poi. Ma che senso ha? Sono tornata adesso (alle 13.30, ndr.) ed ho sprecato un’intera mattina».

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(Balanza) All’ex Dogana di Treviso Le decine di auto in coda ieri mattina. Circa quattrocen­to i tamponi effettuati fino a mezzogiorn­o

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