Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Così la pensano scrittori e (poche) scrittrici
«Molti scrittori veneti sono stati grandi viaggiatori perchè erano giornalisti. Comisso, Piovene, Parise, Barolini. Poi c’è sempre il ritorno al nido, il posto delle radici. Comisso si compra casa a Zero Branco. Sono scrittoti concreti, attenti al dettaglio, dotati di un’ironia cinica. Un altro tema è il rapporto con la montagna. Come in Dino Buzzati». Descrive così la specificità della letteratura veneta, la scrittrice Antonia Arslan. E aggiunge: «Hanno una scrittura molto chiara, forse derivata dalla praticità della lingua della Repubblica di Venezia. Una scrittura chiara non significa piatta, ma vivace. Penso all’opera di Giuseppe Berto, a Pier Antonio Quarantotti Gambini. Tra i più giovani c’è Matteo Righetto. Hanno curiosità verso ciò che è diverso da sè, la voglia di trovare gente, d’intraprendere un viaggio che comporta sempre il ritorno...».
Antonia Arslan scrittrice padovana di origine armena, best seller in tutto il mondo con il romanzo La Masseria delle allodole (Rizzoli), da cui è stato tratto l’omonimo film dei fratelli Taviani, è una delle 20 voci raccolte dal giornalista trevigiano Maurizio Caverzan nel libro Fabula veneta (Apogeo editore, 207 pagine, 18 euro). Con i volti dei protagonisti tracciati da Loris Bosk, grafico pubblicitario e illustratore. Interviste a scrittori, editori, poeti, su vita, opere e personalità. Tra i nomi scelti e raccontati, ci sono Vittorino Andreoli,
Ferdinando Camon, Romolo Bugaro, Giancarlo Marinelli, Luca De Michelis, Giulio Mozzi, Nico Naldini, Tiziano Scarpa, Matteo Righetto e altri. Su 20 protagonisti, le scrittrici donne a cui viene data voce sono soltanto tre, Antonia Arslan appunto, Mariapia Veladiano e Susanna Tamaro. Nonostante la possibilità di scegliere nel vastissimo parterre di scrittrici autorevoli e di talento sia nel Veneto che a Nordest.
Il titolo del libro Fabula veneta, è stato scelto «per sottolineare il valore dell’ascolto e dell’incontro con persone che scrivono in prosa o in versi e si occupano di libri».
E l’autore dice che il libro vuole rispondere a queste domande: chi sono veramente questi scrittori? Che vita conducono? Sono solitari, socievoli o social? che cosa sta loro a cuore? Esiste una geoletteratura veneta? esistono affinità esistenziali che li accomunano?
Quindi, 17 scrittori maschi spiegano il loro punto di vista un po’ su tutto e rispondono alle domande dell’autore su letteratura, società e contemporaneità.
Tre scrittrici fanno altrettanto e la loro voce offre spunti di riflessione davvero profondi e originali. Resta la voglia di approfondire e scoprire il pensiero e la voce di tutte le altre scrittrici, editrici e poetesse venete, di cui in questa raccolta non c’è traccia.