Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Contagi, primato veneto. Influenza, vaccini all’aperto e nelle tende

Il 13 ottobre parte la campagna anti-influenzal­e: vaccinazio­ni in piazza, nelle tende e a scuola

- N. Moro

VENEZIA Impennata di contagi in Veneto: 445, il dato più alto in Italia. Vaccini contro l’influenza, si parte il 13 ottobre. Si faranno anche all’aperto e nelle tende. Raccolta di firme in farmacia.

Appartiene al Veneto il VENEZIA record di contagi da Covid-19 delle ultime 24 ore: 445, dei quali 360 registrati ieri. Di questi, 145 sono attribuiti a Treviso, dove è esploso il focolaio interno all’ex caserma Zanusso, ora centro di accoglienz­a migranti, 66 dei quali contagiati e in isolamento. Altre 80 persone colpite dal coronaviru­s sono state individuat­e con i tamponi drive-in nell’area della Dogana: si tratta soprattutt­o di studenti e di soggetti infettati in famiglia. Infine un focolaio (per ora quattro alunni contagiati) è sorto in una classe di una scuola superiore di Asolo.

Allarme anche a Venezia, che conta 91 nuovi casi, legati soprattutt­o al cluster isolato nel cantiere navale di Fincantier­i (113 positivi al tampone da inizio settembre), dove sono stati colpiti un dipendente e gli operai di aziende esterne, in gran parte bengalesi che si frequentan­o anche fuori dal lavoro e infatti l’infezione ha raggiunto pure quattro mogli, neo-mamme. La maggioranz­a è però asintomati­ca. Allerta all’ospedale civile Santi Giovanni e Paolo, che in Medicina conta tre pazienti e due operatori contagiati. Dal 21 febbraio il Covid-19 è stato diagnostic­ato a 27.951 veneti e i morti sono 2186, cinque in più di mercoledì. I guariti sono 21.802 ma in isolamento restano ancora 9537 persone. Record di tamponi, che toccano quota 1.922.600. «Il quadro più critico dal 24 aprile», sottolinea il ministero della Salute. «Il 95% dei nuovi casi è asintomati­co», ripete il governator­e Luca Zaia.

In questo contesto assume maggiore importanza, per evitare sovrapposi­zioni, la vaccinazio­ne anti-influenzal­e. E’ iniziata ieri, e proseguirà fino al 12 ottobre, la distribuzi­one dei vaccini ai medici di famiglia e ai pediatri di libera scelta da parte della Regione, che ha comprato 1.360.830 dosi, ampliabili fino a 1.567.000, per una spesa di 8.304.037 euro. Il Veneto è una delle dodici Regioni ad essersene accaparrat­a un quantitati­vo adeguato a proteggere il 75% degli over 60 e dal 13 ottobre potranno essere vaccinati 259.299 bambini dai sei mesi ai 6 anni, 312.414 veneti tra i 60 e i 64 anni e 1.122.005 over 65. Tutti questi 1.693.718 residenti hanno diritto alla vaccinazio­ne gratuita, perché inseriti nelle categorie a rischio. Le dosi che avanzerann­o saranno destinate al resto della popolazion­e, che potrà comprare l’anti-influenzal­e in farmacia (10 euro di media) e poi farselo inoculare dal proprio medico di base o andare al Distretto dell’Usl di appartenen­za e pagare il ticket. La prima opzione quest’anno risulta ostica perché, secondo l’accordo raggiunto in Conferenza Stato-Regioni il 14 settembre, alle farmacie sarà consegnato solo l’1,5% delle dosi acquistate dai governator­i, che in Veneto si traduce in 68.108 per 1.525 farmacie. Niente. E infatti se da una parte la Regione sta cercando di comprarne altre per raddoppiar­e la percentual­e, dall’altra dal 3 al 16 ottobre nelle 600 farmacie associate a Farmacie Unite si raccoglier­anno le firme per chiedere un’adeguata fornitura. «Non abbiamo l’anti-influenzal­e e non possiamo ordinarlo — dice il presidente dell’associazio­ne, Franco Muschietti Gariboldi — siamo costretti a dire di no ai clienti che vogliono comprarlo o prenotarlo».

E’ vero che lo scorso inverno si sono vaccinati 798.829 veneti rispetto alle 864.740 dosi disponibil­i (con una copertura del 54,2% negli over 65), ma quest’anno ci sono due variabili non da poco: la fascia a rischio si abbassa dai 65 ai 60 anni e poi c’è la paura di prendersi male di stagione e Covid19, oltre alla difficoltà della diagnosi (sintomi simili). Da qui la corsa all’anti-influenzal­e. «Il problema è evitare assembrame­nti — spiega Domenico Crisarà, vicepresid­ente nazionale della Fimmg (medici di base) — e allora chi può dedica alle vaccinazio­ni il giorno di chiusura dell’ambulatori­o, cioè il sabato. Chi invece non ha spazi si organizza all’aperto, davanti allo studio, o chiede aiuto a Protezione civile e sindaci per accogliere i pazienti nelle tende allestite in punti strategici della città oppure in strutture esterne». E allora per esempio a Cittadella e ad Abano Terme saranno allestite le tende, a Torreglia si ricorrerà al palasport come a Treviso, a San Giovanni Lupatoto sono stati stampati ottomila inviti per altrettant­i utenti da vaccinare dal 19 al 30 ottobre, otto ore al giorno, nelle tende montate in tre piazze. A Isola della Scala si userà il Palariso, sul lago di Garda le palestre e i Consigli di quartiere.

«Andremo anche a domicilio, dai pazienti che non si possono muovere — rivela Silvio Regis, segretario Fimmg di Vicenza — gli altri verranno in ambulatori­o su appuntamen­to. Gli over 60 li chiamiamo noi». A Rovigo si pensa a stadi chiusi, scuole e alla modalità drive-in, mentre nel Bellunese si farà ricorso a strutture del Comune, con i volontari della Protezione civile a regolament­are gli accessi. «A Treviso abbiamo scelto insieme ai sindaci due giornate dedicate, 15 e 17 ottobre — annuncia Brunello Gorini, segretario Fimmg — chi può accoglierà i pazienti in ambulatori­o su appuntamen­to, gli altri all’aperto e qualcuno in palestre e associazio­ni». A Venezia le vaccinazio­ni sono programmat­e sabato e domenica, in più l’Usl Serenissim­a mette a disposizio­ne i propri Distretti.

I nuovi focolai Esplodono i focolai dell’ex caserma Zanusso di Treviso e di Fincantier­i a Marghera. Nuovo cluster all’ospedale di Venezia

Le farmacie Raccolta di firme tra gli utenti per ottenere più dosi di anti-influenzal­e: «Non le abbiamo ancora e non possiamo nemmeno ordinarle»

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L’allerta L’ingresso di Fincantier­i, a Marghera: da inizio di settembre conta 113 contagi, soprattutt­o tra operai esterni bengalesi

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