Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Longo aggredito e pestato per conto di una donna
L’avvocato aveva avuto un rapporto confidenziale con la giovane che ha fatto da «palo»
C’è una donna all’origine della violenta aggressione notturna all’avvocato Piero Longo.
I due fidanzati picchiatori avrebbero agito per conto di una giovane amica 31enne, la stessa che durante il pestaggio ha fatto da «palo» all’esterno dell’abitazione del noto penalista padovano.
Ci sarebbe un rapporto confidenziale interrotto all’origine dell’aggressione all’avvocato Piero Longo, ex parlamentare di Forza Italia e a lungo legale di fiducia di Silvio Berlusconi. La coppia di fidanzati che, mercoledì sera dopo le 23, l’ha picchiato sotto casa, spedendolo in ospedale con il volto tumefatto, ha raccontato di avere agito per conto di Rosanna Maria Sole Caudullo, 31 anni, la giovane donna che, mentre i due si accanivano su Longo, si trovava a pochi metri di distanza, fuori dal cancello del palazzo, a fare da palo. Anche Caudullo, denunciata a piede libero, dovrà rispondere di lesioni aggravate in concorso con gli aggressori materiali, Luca Zanon e Silvia Maran, di 49 e 47 anni, cui viene contestata inoltre la rapina della pistola del penalista.
Sarebbe stata Caudullo a condurre i due amici all’abitazione di Longo, nel centro storico di Padova. Pare che l’avvocato si rifiutasse di vederla e che lei non potesse sopportare questo suo comportamento. La giovane donna aveva avuto in passato un rapporto confidenziale con il noto legale padovano, almeno questo è quanto hanno riferito gli arrestati nelle sommarie informazioni raccolte dalla squadra Mobile, e sembra che volesse in ogni modo parlare con Longo ma che lui da tempo le negasse un incontro. Pare che Longo e Caudullo si conoscessero da molti anni. Lei ha studiato giurisprudenza a Padova, dove Longo ha insegnato per decenni. Il principe del foro avrebbe conosciuto la giovane donna nel contesto universitario e da lì sarebbe nata la loro amicizia. Tuttavia il una discussione che immaginava sarebbe degenerata.
E’ finita con Longo che spara in aria per allontanare i due, con Silvia Maran che si accanisce su di lui gridando «maledetto», mentre il fidanzato Luca strappa la pistola di mano all’avvocato. Una bagarre che attira l’attenzione e spaventa i vicini, che scendono impauriti e chiamano il 113. Anche gli aggressori - altro dettaglio insolito e che va approfondito - chiamano il 113, quando si ritrovano per strada con la pistola in mano. C’è da dire che si tratta di persone che non hanno mai avuto a che fare con la legge: mai un illecito, mai una denuncia. Chi conosce Silvia Maran e Luca Zanon, che convivono in una casa in via Castefidardo, a Padova, li descrive come una coppia assolutamente normale e con la passione per la montagna,
La chiamata al 113 Anche gli aggressori, allontanandosi, erano spaventati e hanno chiamato il 113
del resto lui è trentino di Predazzo e maestro di sci. Due persone incensurate e considerate perbene, che improvvisamente si trasformano in picchiatori di un uomo non più giovane. La vicenda presenta ancora molti aspetti poco chiari, sui quali sta lavorando la Squadra Mobile, ed essendo la vittima una persona così in vista il riserbo è massimo. La pistola dell’avvocato è stata sequestrata: si tratta di un revolver, quindi un’arma che spara in modo automatico.
Intanto, ieri, Piero Longo in mattinata è tornato in ospedale per nuovi accertamenti, nel pomeriggio ha fatto rientro a casa e, ai giornalisti che lo attendevano, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Qualche elemento in più emergerà oggi, nel corso dell’interrogatorio di garanzia dei due arrestati che si svolgerà davanti al gip Claudio Marassi.