Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Marcon-Sartoretto, voto al veleno

Domani riaprono le urne a Castelfran­co dopo una campagna durissima

- Mauro Pigozzo

CASTELFRAN­CO Al primo turno hanno votato 18.595 persone su 30.559 e domani e dopodo- mani questi numeri potrebbero fare la differenza. Nell’ultimo giorno di campagna elettorale Stefano Marcon (centrodest­ra) e Sebastiano Sartoretto (centrosini­stra) lanciano il comune appello agli elettori di presentars­i ai seggi ma non seppellisc­ono l’ascia di guerra con reciproche accuse soprattutt­o sul tema (estremamen­te divisivo) dell’ospedale San Giacomo.

Al primo turno hanno votato 18.595 persone. Circa due su cinque sono rimasti a casa, gli aventi diritto sono infatti 30.559. Stefano Marcon (centrodest­ra) ha raccolto quasi metà dei consensi, il resto se lo sono spartiti i quattro avversari, con Sebastiano Sartoretto (centrosini­stra) capace di ottenere il voto da un castellano su quattro.

Sta dentro questi numeri il ballottagg­io che si celebrerà domani e lunedì nella Città di Giorgione. Marcon punta a farsi rivotare, Sartoretto a conquistar­e tutti quelli che al primo turno non erano con il leghista. Gli altri non staranno a guardare, il gioco delle alleanze sarà fondamenta­le. Al primo turno Marcon aveva ottenuto 8.486 voti, pari al 47,38% mentre Sartoretto si era fermato a 4.489 consensi (il 25,06%). Staccati gli altri tre competitor: Maria Gomierato a 3.141 voti (il 17,54%), Lorenzo Zurlo a 1.210 (6,76%), circa il doppio dei voti di Cristian Bernardi (585 consensi, 3,27%). Dopo qualche giorno di riflession­e, il M5S ha deciso di sostenere il candidato dem. Anche Gomierato ha garantito il proprio appoggio a Sartoretto, ma tra i suoi sostenitor­i in molti sono di centrodest­ra. La lista dei giovani di Zurlo potrebbe dunque essere l’ago della bilancia: loro si sono limitati a chiedere attenzione per il verde, senza schierarsi apertament­e con uno o con l’altro candidato. Se non altro, dopo il voto il clima in città potrà rasserenar­si.

Al netto del confronto sui temi (l’ospedale è stato al centro di scontri furiosi, il governator­e Zaia è dovuto venire quattro volte in città per spiegare le proprie politiche e Claudio Beltramell­o si è pure incatenato davanti all’ingresso), c’è stato davvero tanto veleno.

La frattura personale tra i due ballottant­i è stata causata da Marcon, che ha rivelato che Sartoretto era stato infettato dal Covid. Quello che poi si è rivelato un falso positivo ha tenuto banco per giorni, con corollario di denunce. Anche negli altri partiti le tensioni non sono mancate. Emblematic­o il balletto dentro Fratelli

d’Italia per il sostegno a Marcon, imposto dalla segretaria nazionale e inviso ai tesserati della prima ora. Pure il M5S ha vissuto il suo trauma: la decisione del direttivo politico di eliminare il capolista Andrea Bambace per via di un procedimen­to penale tra famigliari. In mezzo ci sono stati mille altri conflitti, con il Pd inferocito per l’arrivo dei big nazionali (Matteo Salvini è stato due volte a Castelfran­co). «Hanno oscurato il confronto diretto tra i due candidati», hanno ripetuto più volte. Ma questo era il passato. Ora si vota, lunedì Castelfran­co avrà il suo sindaco.

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