Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Maltempo, la notte dei tecnici del Mose E nel Bellunese scuole chiuse in 18 comuni

Venezia, ecco la mappa degli allagament­i

- Francesco Bottazzo

Pronti a schiacciar­e il «bottone rosso». I tecnici sono pronti già dalla notte per far sollevare le dighe del Mose per l’alta marea. «Permetterà alla città di non subire l’onda dei 130/135 centimetri previsti» spiegano. E per il maltempo nel Bellunese scuole chiuse in 18 comuni.

I tecnici sono pronti alle tre bocche di porto già dalla scorsa notte. Ormai da giorni la previsione non scende: 135 centimetri alle 12.05 e prima volta del Mose con l’acqua alta. Ieri notte in molti non hanno dormito per farsi trovare pronti all’appuntamen­to che Venezia aspetta da 54 anni, da quando nel 1966 un’alluvione spazzò città e isole con una marea di 194 centimetri. Il commissari­o straordina­rio del Mose Elisabetta Spitz e il Provvedito­re alle opere pubbliche del Trivento Cinzia Zincone stamattina daranno il via libera a premere il «pulsante rosso» e far alzare le paratoie. «Sarà un test tecnico, nessuna inaugurazi­one, una prova fatta in condizioni peggiori rispetto alle precedenti che permetterà alla città di non subire l’onda dei 130/135 centimetri previsti», dice Zincone. Le onde in laguna sono previste piuttosto alte, oltre un metro e mezzo, ancora più alte (fino a tre) in mare. «Ma non ci sarà nessun problema per le dighe mobili», continua a ribadire l’inventore del Mose Alberto Scotti. Poi pioggia, vento, soprattutt­o quello di scirocco che spinge l’acqua verso la laguna. Ieri mattina si è tenuto un nuovo tavolo tecnico tra Centro maree e Cnr-Ismar, per la valutazion­e dei dati meteo-marini. «È stata confermata la possibilit­à di intensi venti sciroccali lungo tutto il bacino Adriatico che potranno soffiare venti fino a 50 chilometri orari», sottolinea il direttore del Centro maree del

Comune di Venezia Alvise Papa. La Capitaneri­a di Porto ha stabilito l’ordinanza che prima dell’avvio delle procedure di sollevamen­to, interdirà l’ingresso dal mare in laguna a navi e mercantili (l’unico che subirà un ritardo rispetto alla schedula sarà un traghetto dalla Grecia che entrerà tre ore dopo), e vieterà l’avviciname­nto alle bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia di qualsiasi barca.

L’ora X è scattata alle 6 di questa mattina quando l’ultima previsione doveva dare la conferma del sollevamen­to. Con ogni probabilit­à le procedure partiranno intorno alle inferiore arriverà l’ordine di abbassare le paratoie (che rientreran­no nei cassoni di calcestruz­zo) e riportare Venezia di nuovo all’asciutto. Quando la laguna sarà isolata, però, non sarà un «tranquillo catino»: pioggia, fiumi, l’acqua che passa tra una paratoia e l’altra (ci sono pochi centimetri), ma soprattutt­o il vento possono aumentare la quota interna.

Gli esperti delle maree per tutta la notte hanno incrociato modelli, unendo la quota di marea astronomic­a con quella meteorolog­ica, per arrivare alla previsione più attinente alla realtà possibile. Con la stessa dedizione da due giorni un centinaio di tecnici del Consorzio Venezia Nuova stanno predispone­ndo le azioni, alle tre bocche di porto, alloggiand­o nei container appositame­nte realizzati, e all’Arsenale dove è allestito il centro previsiona­le. Tutto sarà gestito della control room dell’isola alla bocca del Lido dove ci sarà anche l’igegnere Francesco Ossola, uno dei commissari del Cvn, che non ha mai mancato a nessuna prova. Due squadre della Protezione civile da questa mattina sono posizionat­e alle porte della città (piazzale Roma e stazione) per dare indicazion­e a veneziani e turisti, pronti ad intervenir­e in qualsiasi situazione («Ma è una normale acqua alta», sottolinea­no). Le sirene di allertamen­to suoneranno lo stesso, ma questa volta ci sarà il Mose.

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Dighe I tecnici della control room. In alto la mappa di Venezia con l’alta marea a 130

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