Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Maltempo, la notte dei tecnici del Mose E nel Bellunese scuole chiuse in 18 comuni
Venezia, ecco la mappa degli allagamenti
Pronti a schiacciare il «bottone rosso». I tecnici sono pronti già dalla notte per far sollevare le dighe del Mose per l’alta marea. «Permetterà alla città di non subire l’onda dei 130/135 centimetri previsti» spiegano. E per il maltempo nel Bellunese scuole chiuse in 18 comuni.
I tecnici sono pronti alle tre bocche di porto già dalla scorsa notte. Ormai da giorni la previsione non scende: 135 centimetri alle 12.05 e prima volta del Mose con l’acqua alta. Ieri notte in molti non hanno dormito per farsi trovare pronti all’appuntamento che Venezia aspetta da 54 anni, da quando nel 1966 un’alluvione spazzò città e isole con una marea di 194 centimetri. Il commissario straordinario del Mose Elisabetta Spitz e il Provveditore alle opere pubbliche del Trivento Cinzia Zincone stamattina daranno il via libera a premere il «pulsante rosso» e far alzare le paratoie. «Sarà un test tecnico, nessuna inaugurazione, una prova fatta in condizioni peggiori rispetto alle precedenti che permetterà alla città di non subire l’onda dei 130/135 centimetri previsti», dice Zincone. Le onde in laguna sono previste piuttosto alte, oltre un metro e mezzo, ancora più alte (fino a tre) in mare. «Ma non ci sarà nessun problema per le dighe mobili», continua a ribadire l’inventore del Mose Alberto Scotti. Poi pioggia, vento, soprattutto quello di scirocco che spinge l’acqua verso la laguna. Ieri mattina si è tenuto un nuovo tavolo tecnico tra Centro maree e Cnr-Ismar, per la valutazione dei dati meteo-marini. «È stata confermata la possibilità di intensi venti sciroccali lungo tutto il bacino Adriatico che potranno soffiare venti fino a 50 chilometri orari», sottolinea il direttore del Centro maree del
Comune di Venezia Alvise Papa. La Capitaneria di Porto ha stabilito l’ordinanza che prima dell’avvio delle procedure di sollevamento, interdirà l’ingresso dal mare in laguna a navi e mercantili (l’unico che subirà un ritardo rispetto alla schedula sarà un traghetto dalla Grecia che entrerà tre ore dopo), e vieterà l’avvicinamento alle bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia di qualsiasi barca.
L’ora X è scattata alle 6 di questa mattina quando l’ultima previsione doveva dare la conferma del sollevamento. Con ogni probabilità le procedure partiranno intorno alle inferiore arriverà l’ordine di abbassare le paratoie (che rientreranno nei cassoni di calcestruzzo) e riportare Venezia di nuovo all’asciutto. Quando la laguna sarà isolata, però, non sarà un «tranquillo catino»: pioggia, fiumi, l’acqua che passa tra una paratoia e l’altra (ci sono pochi centimetri), ma soprattutto il vento possono aumentare la quota interna.
Gli esperti delle maree per tutta la notte hanno incrociato modelli, unendo la quota di marea astronomica con quella meteorologica, per arrivare alla previsione più attinente alla realtà possibile. Con la stessa dedizione da due giorni un centinaio di tecnici del Consorzio Venezia Nuova stanno predisponendo le azioni, alle tre bocche di porto, alloggiando nei container appositamente realizzati, e all’Arsenale dove è allestito il centro previsionale. Tutto sarà gestito della control room dell’isola alla bocca del Lido dove ci sarà anche l’igegnere Francesco Ossola, uno dei commissari del Cvn, che non ha mai mancato a nessuna prova. Due squadre della Protezione civile da questa mattina sono posizionate alle porte della città (piazzale Roma e stazione) per dare indicazione a veneziani e turisti, pronti ad intervenire in qualsiasi situazione («Ma è una normale acqua alta», sottolineano). Le sirene di allertamento suoneranno lo stesso, ma questa volta ci sarà il Mose.