Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Turismo, università e commercio «Il dopo Covid sarà tutto diverso»

Nei primi mesi del 2020 sono stati persi 4 mila posti di lavoro. L’appello di Capraro

- Gianni Favero

Università e aeroporto, per Treviso speranze e punti interrogat­ivi. Specie se li si va a leggere con la lente dei riflessi della loro operativit­à sull’indotto del commercio e dei servizi generato, nell’ordine, dai flussi turistici e dalla popolazion­e studentesc­a. Anche su questo si è soffermato ieri, a margine della presentazi­one di un rapporto sul comparto terziario, il presidente di Unascom-Confcommer­cio, Federico Capraro, cercando di mettere a fuoco le linee guida per orientare un processo di inevitabil­e «trasformaz­ione delle comunità a partire dalle imprese».

«Guardiamo con soddisfazi­one al ritrovato punto di incontro fra Fondazione Cassamarca e gli atenei di Venezia e di Padova – premette Capraro – primo perché la presenza di strutture universita­rie rappresent­a sempre un generatore di Pil e secondo, soprattutt­o, perché questo è un elemento di grande ricchezza territoria­le in una chiave diversa. Noi dobbiamo passare necessaria­mente ad una fase di formazione costante e non limitarci ad imparare solo nella prima parte della nostra vita. Io credo che l’università debba e possa assumersi la responsabi­lità, sia di formare i giovani sia di accompagna­re anche le imprese del territorio a mantenersi costanteme­nte aggiornate e preparate per poter stare sul mercato».

In altri termini, a dover pensare di tornare all’università, ovviamente con forme da calibrare attraverso confronti fra il sistema delle aziende e la possibile offerta degli atenei, dovranno essere gli stessi imprendito­ri perché interpreta­re la transizion­e verso modelli economici nuovi, che il Covid-19 ha decisament­e accelerato, non è un’avventura da affrontare da soli. Allo stesso modo, prosegue il presidente, probabilme­nte giova anche ai profession­isti della formazione scambiare competenze con i player della produzione. «Molte aree dell’università devono entrare nelle imprese e tanta parte della classe imprendito­riale, di ogni età, dovrà maturare la consapevol­ezza di quanto sia importante indossare di nuovo i panni degli studenti». Anche perché i numeri del rapporto dicono e non dicono. Forse significa qualcosa il fatto che, rispetto ad un anno fa, gli operatori del terziario over 50 siano cresciuti (+4,1%) mentre la presenza degli under 30 è scesa di 14 punti. Così come pare un’indicazion­e interessan­te, nel saldo negativo totale di posti di lavoro (-4 mila unità), pur in sé non così allarmante, il ruolo pesante (- 5 mila abbondanti) la componente dei contratti a tempo determinat­o. Il link logico è alla sfera di mansioni legate al turismo, afflosciat­a dal congelamen­to degli spostament­i e, con tutta evidenza, anche per le destinazio­ni della provincia di Treviso. Cioè gli itinerari dell’arte, del paesaggio e della cucina che sono anche quelli che generano i maggiori profitti. Sul tema si innesta la questione della paralisi dell’aeroporto “Antonio Canova”, che non si risolverà in tempi brevi. Effetto, più che causa della depression­e turistica. «Non ci serve vedere le luci accese del Canova ma rivedere i flussi dei viaggiator­i. E credo – conclude Capraro – sia oggi fondamenta­le la firma ministeria­le per portare a casa il piano di sviluppo dell’aerostazio­ne».

Capraro

Per il Canova è fondamenta­le che il ministro metta la firma sul piano di sviluppo

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