Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La Lega vince a Portogruaro e mantiene il feudo di Castelfranco
Favero diventa il primo sindaco del Carroccio Nel Trevigiano Marcon argina il centrosinistra
VENEZIA Ribaltando l’esito del primo turno, il candidato del centrodestra Florio Favero è il nuovo sindaco di Portogruaro. Favero ha battuto Stefano Santandrea con una differenza di 1.145 voti, diventando il primo sindaco leghista della città. L’esponente del Carroccio ha raccolto 6.290 preferenze (55,01%), mentre Santandrea ne ha messe insieme 5.145 (44,99%). Il primo turno si era concluso con il candidato del centrosinistra avanti di circa 900 voti sul rivale, fissando così una forbice del 7% difficile da colmare senza un supporto esterno. Contributo arrivato poco dopo: il centrodestra si è infatti ricompattato, almeno formalmente, qualche giorno dopo trovando un’intesa con le liste schierate con il sindaco uscente Maria Teresa Senatore. Due settimane fa la coalizione che ha sostenuto Senatore, guidata dalla sua stessa civica e affiancata dai simboli nazionali di Fratelli d’Italia e Forza Italia, aveva raccolto 3.459 voti. Di questi una buona parte si è spostata tra domenica e lunedì a sostegno di Favero. Ma non tutti. La somma dei voti raccolti al primo turno dalle due coalizioni di centrodestra restituisce un totale di 7,549 preferenze. Mancano quindi all’appello circa 1.200 voti. Qualcuno è andato perso ma qualcun altro, per esempio quello dei contrari all’apparentamento, potrebbe essere andato allo sfidante che pur rimanendo abbondantemente dietro ha aggiunto 190 voti a quelli raccolti al primo turno. Più probabile però che sia il frutto dell’accordo trovato da Santandrea con l’altro candidato sindaco al primo turno, Graziano Padovese, sostenuto da due civiche. Due liste composta da cittadini molto attivi nelle periferie. Era questo uno dei punti deboli dello schieramento di centrosinistra, e tale è rimasto.
Nessuna sorpresa rispetto al primo turno, invece, a Castelfranco Veneto, nel Trevigiano: la città di Giorgione, infatti, ha scelto la continuità. Stefano Marcon, sindaco uscente del Carroccio supportato dal centrodestra, ha sconfitto lo sfidante Sebastiano Sartoretto, esponente del centrosinistra che dopo la vittoria al primo turno aveva incassato l’appoggio di Maria Gomierato (civiche) e Cristian Bernardi (M5S). Non si era invece schierato Lorenzo Zurlo: il suo gruppo di giovani, con il 7%, è stato forse l’ago della bilancia. Gli aventi diritto erano 30.559, ieri la conta si è fermata a 14.436, ossia il 47,24% (al primo turno avevano votato in 18.595, ossia il 60,85%, e tra di loro poco meno della metà aveva già votato Marcon, ossia 8.486 voti contro i 4.489 di Sartoretto). Alla fine, dopo uno scrutinio in cui la contestazione delle schede è stata sistematica, ieri Marcon ha portato a casa 7.358 consensi (il 51,68%) mentre Sartoretto si è fermato a 6.880 (il 48,32%); 139 le schede nulle e 59 quelle bianche. Finisce così una campagna elettorale velenosa, segnata in particolare dalla lite sull’ospedale (le opposizioni sostengono che lo Iov danneggerà i servizi generalisti) e dal caso Covid (Marcon ha rivelato che Sartoretto era positivo). In chiave di analisi politica, il ballottaggio di ieri non ha messo in evidenza lo strapotere del governatore Luca Zaia, che a Castelfranco Veneto era arrivato ad ottenere i voti di sette persone su dieci alle regionali.
Va peraltro precisato che si è registrato un calo tra i votanti, che potrebbero aver inciso sul risultato finale: nel centrodestra sono certi che molti dei propri elettori non abbiano ri-votato, convinti della vittoria già dopo il primo turno.