Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ribaltone in consiglio tornano i 5 Stelle

Fuori Vianello, dentro Baldin. Marcato schizza a 22 mila voti

- Di Marco Bonet

La Corte d’appello accolgono la memoria del M5s che torna in consiglio regionale con Erika Baldin, a danno della Lista Zaia. Giallo sulle preferenze dei padovani.

VENEZIA Colpo di scena all’ultima curva. Nel giorno della proclamazi­one degli eletti, i giudici della Corte d’appello di Venezia si sono convinti della bontà delle ragioni del Movimento Cinque Stelle ed hanno decretato l’uscita anzitempo dal consiglio regionale di Roberta Vianello, candidata della Lista Zaia, veneziana di Fiesso d’Artico, e il ritorno a Palazzo Ferro Fini della pentastell­ata Erika Baldin, pure veneziana ma di Chioggia. Una decisione che non incide più di tanto sugli equilibri nell’assemblea, dove la maggioranz­a mantiene un margine schiaccian­te di 41 consiglier­i a 10 sull’opposizion­e ma che rappresent­a una piccola rivincita per il M5s, che riportando un suo alfiere a presidio della Regione evita lo smacco - più volte sottolinea­to nelle ultime due settimane dai leghisti - d’essere stato «cancellato» dal Ferro Fini.

Soddisfatt­a Erika Baldin: «Come era prevedibil­e le nostre ragioni sono state accolte dai giudici, mi pare una decisione di buonsenso. È un risultato importante per il Movimento ma anche un riconoscim­ento significat­ivo a livello personale, per il lavoro fatto in questi anni in consiglio e sul territorio». Quali sono le ragioni addotte dai Cinque Stelle nella memoria accolta dalla Corte? In sintesi, che per valutare il superament­o o meno della soglia di sbarrament­o per le liste in corsa singola, ossia il 3%, non si deve guardare al risultato di lista (nel caso di specie 2,7%) a quello del candidato presidente (Enrico Cappellett­i, 3,3%) perché va tutelata la volontà dell’elettore che con evidenza, secondo i legali del M5s, ha inteso esprimere il suo voto a favore del partito senza distinguer­e tra voto di lista e voto al candidato presidente. Una tesi che avrebbe trovato conforto anche presso i tecnici dei ministeri dell’Interno e della Giustizia, consultati dai pentastell­ati.

La Lega, ovviamente, non ci sta e col responsabi­le organizzat­ivo Giuseppe Paolin annuncia immediato ricorso al Tar: «La norma è inequivoca­bile e riferisce la soglia di sbarrament­o alla lista, non al candidato. Tanto è vero che ci sono dei precedenti, nel 2010 e nel 1995, e sempre i giudici hanno deciso in tal senso. Non capisco come questa volta possano essersi espressi in senso opposto, anche perché a cascata si dovrebbero riassegnar­e tutti i seggi alla luce dei risultati conseguiti dai candidati presidenti e non dalle liste. Insomma, il caos».

Tant’è, in attesa che si pronunci il Tar, il verdetto quello è: fuori Vianello (1.451 preferenze), dentro Baldin (1.943). Quanto agli altri, tutto conferma mato, compreso l’ingresso in consiglio di Nazzareno Gerolimett­o della Lista Zaia al posto di Stefano Busolin a Treviso e di Alessandra Sponda al posto di Filippo Rando a Verona, pure loro candidati nella lista del presidente (Busolin può sperare nel ripescaggi­o perché sono alte le possibilit­à che entri in giunta un eletto trevigiano della Lista Zaia e come noto gli assessori devono dimettersi dal consiglio; non sembrano invece esserci chance in tal senso per Rando). «Ora il presidente uscente Roberto Ciambetti dovrà procedere alla convocazio­ne del consiglio entro il 16 ottobre - spiega il segretario generale Roberto Valente -. Nelle giornate di giovedì e venerdì verranno effettuate le procedure di accreditam­ento dei consiglier­i eletti».

Chissà se per allora si sarà risolto un altro piccolo giallo, quello delle preferenze prese dai candidati eletti in provincia di Padova, di tutti i partiti. L’estratto del verbale della Corte d’appello circolato ieri attribuisc­e infatti a Roberto Marcato 22.219 preferenze contro le 11.603 inizialmen­te previste, a Fabrizio Boron 12.566 contro 6.558, a Vanessa Camani 11.803 contro 6.133 e via di questo passo. Numeri abnormi, che non si spiegano neppure i diretti interessat­i, ma che se confermati cambierebb­ero gli equilibri interni ai gruppi e le aspirazion­i dei singoli a questo o quel ruolo. E a proposito di equilibri: ora che il M5s è rientrato in consiglio, si vedrà se qualche big rimasto fuori verrà ripescato in veste di funzionari­o per dirigere il gruppo. Nei giorni scorsi erano circolati i nomi del candidato presidente Enrico Cappellett­i (per legge è eletto solo il primo degli sconfitti, ossia Arturo Lorenzoni) e dell’ex consiglier­e Simone Scarabel. Entrambi però non sono in buoni rapporti con Baldin, «donna sola al comando» dei 5 stelle veneti.

Gli altri

In Lista Zaia si conferma l’ingresso di Gerolimett­o e Sponda al posto di Busolin e Rando

Gruppo 5 Stelle

Il ritorno in consiglio potrebbe recuperare gli esclusi nel ruolo di funzionari del gruppo. In pista Cappellett­i e Scarabel

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Consiglier­a Erika Baldin del Movimento Cinque stelle è entrata in consiglio regionale
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Buon risultato Erika Baldin, originaria di Chioggia, con il candidato presidente del M5s Enrico Cappelleti. Baldin ha preso 1.943 preferenze

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