Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Al convegno sul Vajont il «Paziente 1» del Covid
Parallelismi tra la tragedia nel 1963 e la pandemia
LONGARONE Anche il «paziente
1», il lodigiano Mattia Maestri (nella foto), l’uomo a cui per primo in Italia venne diagnosticato il coronavirus, tra gli ospiti del convegno che sabato alle 10 animerà le celebrazioni per la 57esima ricorrenza (il giorno prima) della strage del Vajont.
A «La gestione delle emergenze. Testimonianze dal Vajont al coronavirus. La prevenzione e la ricerca», questo il titolo, parteciperanno anche: Roberto Rigoli, direttore del Dipartimento di Medicina specialistica e di laboratorio, vicepresidente dell’Associazione microbiologici clinici italiani e attuatore delle procedure di esame per la presenza di Covid-19 con i test rapidi antigenici; di Marco Mazzorana, ricercatore dal Laboratorio «Xchem »del centro di ricerca Diamond Light Source a Oxford, impegnato nella ricerca di un vaccino anti-Covid; Giustina De Silvestro, direttrice del Servizio di Immunoematologia a Padova, al lavoro per la «Banca del plasma».
In collegamento video col Centro culturale a Longarone (ingresso per un massimo di 100 persone) Fabio Dattilo, capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e Andrea Rinaldo, direttore dell’Ecole Polytechnique Federale de Lausanne (Svizzera), realizzatore di un modello matematico sullo sviluppo della pandemia.
«Faremo incontrare le similitudini tra la nostra tragica storia del Vajont e l’impatto del Covid 19 sulla comunità — spiega il sindaco di Longarone, Roberto Padrin — Questo c’insegna che, senza prevenzione e l’impegno della scienza, l’umanità sarebbe quotidianamente in pericolo».
Intanto proseguono gli appuntamenti di «Oltre le Vette». Oggi, alle 18 in sala «Bianchi» nel capoluogo, «La prima traccia sul Serva. Come la montagna mi ha cambiato la vita», incontro con Valerio Sani e Milena Dalla Piazza. (M.G.)
«Oltre le Vette» Oggi al Festival della montagna incontro col Monte Serva protagonista