Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Viola: «Situazione critica, bisogna aumentare i controlli o i contagi esploderan­no»

- M.N.M.

«La situazione è preoccupan­te.

PADOVA I numeri crescono e se non intervenia­mo subito nel giro di un paio di mesi saranno impression­anti. Bisogna giocare d’anticipo, non inseguire il virus. Se ora non si mettono in atto delle misure per limitare il diffonders­i del contagio, rischiamo di dover intervenir­e pesantemen­te a ridosso del Natale». Lo scrive sul suo profilo Facebook la professore­ssa Antonella Viola, docente di Patologia generale al Dipartimen­to di Scienze Biomediche dell’Università di Padova e direttrice scientific­a dell’Istituto di ricerca pediatrica «Città della Speranza», a 24 ore dagli ultimi dati diffusi dalla Regione, che indicano nel 97% i veneti colpiti dal coronaviru­s asintomati­ci e nel 7% la percentual­e degli infetti ricoverati in Terapia in«Secondo tensiva, contro il 50% rilevato a marzo, nella fase acuta dell’emergenza.

Professore­ssa Viola, ma allora come siamo messi?

l’Oms il 10% della popolazion­e mondiale è stata contagiata dal coronaviru­s, quindi parliamo di 750 milioni di persone. Ma non tutti sono stati intercetta­ti. Solo in Italia per ogni positivo al tampone ne sfuggono altri sei. E allora l’unico parametro stabile in grado di fornirci l’esatto quadro della situazione sono le Terapie intensive, delle quali stiamo analizzand­o la curva di crescita. Ed è uguale a quella di marzo».

Ora però nel Veneto in Rianimazio­ne ci sono 21 ricoverati, contro le centinaia di sette mesi fa.

«Sì, ma il flusso aumenta nella stessa proporzion­e. Per contro devo dire che i dati di marzo vanno moltiplica­ti per dieci, perché all’inizio della pandemia i tamponi li facevamo solo ai sintomatic­i in ospedale, perdendo decine di pazienti per strada. Ma anche

Per ogni positivo al virus trovato ne sfuggono sei. Terapia intensiva, la curva cresce nelle stesse proporzion­i di marzo

oggi per ogni contagiato rilevato ne perdiamo tra sei e dieci. E quindi il confronto è impossibil­e. Possiamo solo dire che gli ingressi nelle Terapie intensive aumentano in modo esponenzia­le e che se non facciamo qualcosa a fine anno saranno 2500 in tutta Italia. Una prospettiv­a terribile».

Cosa propone?

«Al momento non c’è emergenza ospedalier­a, quindi dobbiamo giocare d’anticipo, evitando di arrivare all’affollamen­to delle Terapie intensive. Per esempio bisogna aumentare le corse dei mezzi pubblici almeno negli orari critici, fare i controlli nei bar, ristoranti, pub, luoghi pubblici e in strada, dove non tutti rispettano le regole. Dobbiamo limitare a un massimo di sei persone la presenza allo stesso tavolo nei locali, impedire manifestaz­ioni di grande attrazione e aggregazio­ne, come festival, feste e ovviamente i colloqui a scuola con i genitori. Vanno organizzat­i per via telematica».

Lei ha dato il buon esempio, decidendo che la sezione Covid-19 del «Festival della Scienza di Genova» (di scena dal 22 ottobre al primo novembre), di cui è la direttrice scientific­a, non si farà più in presenza, ma in streaming.

«Sì e ho ricevuto dai colleghi solo approvazio­ne. È un sacrificio necessario».

Cosa pensa della reintroduz­ione da parte del governo dell’obbligo di mascherina all’aperto, in ufficio e perfino in casa, se arrivano parenti e amici non conviventi?

«Sono regole che già rispetto dall’inizio della pandemia. Quando vado a trovare i miei genitori indosso sempre la mascherina, e loro fanno lo stesso. Così come quando accolgo a casa cognati, amici e familiari che non vivono con me. Lo stesso accade in ufficio, dove tutti indossiamo la mascherina, che all’aperto va messa quando non è possibile rispettare la distanza sociale di un metro. Certo, se passeggio da sola in spiaggia, senza nessuno intorno, posso farne a meno».

Nei luoghi chiusi va sempre portata?

«Sì. Le regole si rispettano. Il governo dovrà fare la sua parte ma anche noi siamo chiamati a uno sforzo per impedire che la situazione precipiti».

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Immunologa La professore­ssa Antonella Viola in laboratori­o

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