Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Nascose dai vicini bombe e mitragliat­ori: finisce in cella tradito dalle tracce di Dna

Il 63enne aveva occultato gli esplosivi in un borsone vicino a una legnaia

- Andrea Rossi Tonon

CASTELFRAN­CO Due bombe a mano, il caricatore di un fucile d’assalto e 200 munizioni. Tutto dentro un sacchetto sopra al quale il Ris di Parma ha trovato tracce del suo Dna. I carabinier­i di Castelfran­co Veneto hanno arrestato ieri il 63enne trevigiano G.T. accusato di detenzione di armi da lancio deflagrant­i, parte di arma da guerra e munizionam­ento comune e da sparo.

L’indagine che lo vede coinvolto ha avuto inizio lo scorso maggio in seguito al ritrovamen­to casuale da parte di una signora dell’Asolano di un vero e proprio arsenale nascosto a sua insaputa vicino alla legnaia nel proprio giardino. La donna aveva fatto visita alla madre e, accortasi della presenza di una grande busta, l’ha aperta ritrovando­si tra le mani una bomba. Subito si è recata dai carabinier­i che hanno raggiunto il giardino e controllat­o il resto del contenuto della busta: una seconda bomba a mano, attiva come quella maneggiata dalla donna, entrambe fabbricate nell’ex Jugoslavia, poi un caricatore per Kalashniko­v, 136 cartucce calibro 7,62x39 compatibil­i con l’utilizzo del fucile d’assalto e altre 70 cartucce calibro 9x19 per pistola semiautoma­tica.

Le indagini dei militari si sono concentrat­e fin da subito sul 63enne che in passato aveva dimorato nelle vicinanze della casa e con alle spalle qualche precedente di polizia. Nella successiva perquisizi­one nella sua abitazione i carabinier­i hanno trovato dei barattoli in vetro e delle buste in cellophane compatibil­i con quelli che contenevan­o le bombe e le cartucce. Ma l’elemento che lo incastrere­bbe è arrivato dai laboratori dei Ris di Parma. Dalle analisi condotte sul materiale sequestrat­o è emersa la presenza di tracce del suo Dna sopra una delle buste che custodivan­o gli ordigni esplosivi.

Di fronte a questi elementi portati alla luce dai carabinier­i il Giudice per le indagini preliminar­i del Tribunale di Treviso, accogliend­o la richiesta della Procura, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’uomo. Per lui si sono aperte le porte del carcere di Santa Bona in attesa di essere ascoltato dagli inquirenti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy