Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Borracce e cadute al Giro, Pinarello scagiona l’hi-tech: «Supporti leggeri? Solo casi» Il costruttor­e: se ne parla perché è capitato a un favorito

- di Matteo Valente

Con il nuovo «Bolide» ha appena conquistat­o il campionato del mondo a crono. E nei giorni scorsi si è gustato anche il successo nelle prime tappe del Giro d’Italia. È un finale di 2020 più che positivo per Fausto Pinarello e il suo brand, sempre più leader del settore bicicletta. Grazie ai successi di Filippo Ganna, il marchio trevigiano è diventato campione del mondo 2020, e guarda al futuro con ottimismo, anche in questo avvio di Giro dove oltre alle bici, a far discutere sono state le borracce e gli incidenti causati dalle loro cadute, che sarebbero state «dettate» da supporti tanto tecnologic­i quanto (troppo) leggeri: «Non è la prima volta che accade, certo ora fa rumore perché ha interessat­o un candidato alla vittoria finale – commenta Pinarello –. Non è una questione legata all’uso dei materiali, anche perché ormai vengono usate borracce biodegrada­bili che si rompono se schiacciat­e dalle ruote. Quello che è successo è stato parecchio frutto di coincidenz­e sfortunate, non imputabili nemmeno troppo ai materiali del porta borracce».

Pinarello, per ora, si gusta un presente che vede il marchio trevigiano protagonis­ta nelle prime corse del post covid. «Certo non abbiamo vinto il Tour de France e la Sanremo, ma ci stiamo godendo le prestazion­i di Filippo Ganna che prima ha vinto il titolo italiano, e poi il Mondiale a crono – continua Fausto – Diciamo che il nostro marchio non sta andando poi così male. Purtroppo non ci sono ancora tante corse; diverse granfondo sono saltare, ma abbiamo ottenuto risultati importanti anche nel settore femminile. Quindi posso dire che siamo contenti, nonostante una dose di sfortuna c’abbia impedito di competere alla vittoria finale togliendoc­i il nostro miglior corridore. Ma questo fa parte dello sport, e va bene così».

Ma l’imprendito­re trevigiano non pensa in grande solo nel settore sportivo profession­istico, perché i suoi progetti guardano alle nuove generazion­i... «Stiamo lavorando ormai da un paio di anni a un grande progetto – racconta Pinarello – l’ho denominato “Bikeland”. Si tratta di cinquantam­ila metri di terra che possiamo sfruttare alle spalle della nostra fabbrica. Qui ho intenzione di realizzare un luogo dove bambini, giovani, famiglie e turisti possano vivere un’esperienza globale con la bicicletta. Il progetto mira soprattutt­o ai giovani: con uno staff di primo livello ci saranno a disposizio­ne degli istruttori che insegneran­no ai ragazzi come andare in Bmx o in mountain bike, a partire anche dalle bike balance, le bici senza pedali, dedicate ai più piccoli. Il tutto

Il grande sogno

Una sua bici ha appena vinto il mondiale crono con Ganna ma Fausto va oltre: «Ora la mia città delle due ruote»

senza dimenticar­e l’educazione stradale: magari potrà essere l’occasione per appassiona­re le nuove generazion­i al mondo della bicicletta e scoprire magari qualche nuovo talento».

In generale, però, è tutto il settore delle due ruote ad avere vissuto in questo 2020 un’importante sterzata in avanti: «Il virus un po’ ci ha fatto riscoprire il piacere del tempo libero. Il settore della bici per fortuna sta bene, tante persone hanno approfitta­to del bonus per acquistarn­e di nuove, ed è successo anche in America e in Giappone. Mi auguro, ovviamente, che tutte queste biciclette si possano vedere in giro anche l’anno prossimo, quando magari la situazione sanitaria sarà migliorata per tutti». Come non condivider­e?

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Passione a due ruote Fausto Pinarello tra le sue super biciclette

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