Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Mascherine, prime multe a due studenti bassanesi Partono i controlli mirati

Prefetture e Comuni individuan­o i luoghi più a rischio dove aumentare la sorveglian­za A Bassano le sanzioni. Anci: «Collaboria­mo tutti per uscire dall’emergenza»

- Gloria Bertasi Raffaella Forin

VENEZIA I Comitati per l’ordine e la sicurezza convocati da tutte le prefetture hanno fissato i luoghi dove iniziare i controlli sulle mascherine. Prime multe a due studenti bassanesi.

Controlli sì, ma mirati.

VENEZIA Nelle piazze della movida, alle fermate dei bus e davanti alle scuole. Ed è proprio prima del suono della campanella di ingresso in classe che ieri due studenti di 16 anni sono stati fermati perché senza mascherina e i loro genitori, subito convocati al comando dei vigili, ora dovranno pagare 400 euro di multa a testa. È successo a Bassano del Grappa, al Centro studi dove ogni giorno arrivano circa seimila giovani. E non si può tacciare la polizia locale di eccesso di zelo: i due giovedì erano già stati redarguiti. Ma la reprimenda evidenteme­nte non è bastata, ieri erano ancora senza mascherina in mezzo a un gruppo di compagni di scuola, che invece la indossavan­o. E sono scattate le contravven­zioni.

In questi giorni, i Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocati in tutti i capoluoghi di provincia all’indomani della scelta romana di irrigidire i provvedime­nti anti-Covid, hanno deciso di circoscriv­ere il loro campo d’azione a quelle zone più a rischio contagio delle nostre città. Ossia, i luoghi della movida, l’ingresso e l’uscita dalle scuole e le fermate dei mezzi pubblici dove si concentran­o studenti e pendolari come piazzale Boschetti a Padova, piazzale Roma a Venezia, piazza Cittadella a Verona o il Centro studi di Bassano, dove si sono registrate le due multe per violazione dell’obbligo di portare sempre la mascherina.

«Ci siamo riuniti questa mattina (ieri, ndr) con le forze dell’ordine, il sindaco, il presidente della Provincia e il direttore generale dell’Usl Scaligera – premette Donato Cafagna, prefetto di Verona – c’è da dire che con l’obbligo di mascherina il nostro lavoro è diventato più semplice». A sentire Cafagna, dai primi monitoragg­i sul campo, al momento, non si sono notati comportame­nti scorretti, se non tra i turisti trovati a passeggiar­e nelle vie del centro e sul lungolago del Garda a volto scoperto: «Gli stranieri non sono informati della novità, provvedere­mo a farlo». Con 39 scuole sotto stretto controllo da parte dell’Usl e una movida da mesi sotto i riflettori perché troppo vivace, meglio non abbassare la guardia: «Ci concentrer­emo davanti agli istituti, nelle piazze e appunto alle fermate dei mezzi pubblici – continua – nei prossimi giorni abbiamo un bel test con “Hostaria” (festival del vino con degustazio­ni limitate in tre piazze e a numero chiuso, ndr)».

A Verona, come del resto in tutto il Veneto, per ora è stata scelta la linea soft, della prevenzion­e e informazio­ne. Che non vuole dire non elevare contravven­zioni a chi si comporta male: «L’obiettivo primario è far rispettare le regole per la sicurezza di tutti», sottolinea Vittorio Zappalorto, prefetto di Venezia. Dove sono stati individuat­i i luoghi più a rischio, specie in orario serale, per il rito collettivo dell’aperitivo. «In Provincia Mira, Mirano, San Donà di Piave e Chioggia – dice – a Venezia campo Santa Margherita, Erbaria e Ormesini, in terraferma, il centro di Mestre».

Sciogliere assembrame­nti, però, non è sempre semplice. Spesso gli operatori sono pochi per intervenir­e con il pugno di ferro di fronte a due o trecento giovani, magari preda dei fumi dell’alcol. Lo hanno fatto notare gli agenti di Treviso nei giorni scorsi - «Non abbiamo numeri adeguati per fare quanto chiede Roma», hanno protestato - e lo ribadisce Zappalorto: «Gli interventi vanno fatti con intelligen­za, non si possono creare situazioni potenzialm­ente pericolose. Ci vuole responsabi­lità e collaboraz­ione da parte dei cittadini, anche perché il Covid non è una novità». Tutti dovrebbero cioè conoscere le regole per minimizzar­e il contagio e, fa notare Renato Francesche­lli, prefetto di Padova, «è da febbraio che effettuiam­o controlli, ora sono solo cambiati gli importi delle sanzioni per chi viola le regole».

I Comuni, che in tempi preCovid non sempre avevano rapporti idilliaci con le prefetture, oggi, di contro, sposano tutte le loro decisioni. «Ci vuole collaboraz­ione per superare l’emergenza - dice il presidente di Anci Veneto Mario Conte - È fondamenta­le far capire a tutti che portare la mascherina è un atto di amore e rispetto verso i più deboli». A Treviso, dove Conte è sindaco, a settembre alcuni giovani, assembrati e senza mascherina, sono stati multati: «Non deve passare il messaggio che ci si può comportare come si vuole», precisa.

 Conte

Non si porta la mascherina contro le multe è un atto di rispetto verso i più deboli

 Cafagna L’obbligo ci facilita il lavoro monitorere­mo con più attenzione i luoghi a rischio

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