Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ricciardi: «Bene la diagnostic­a veneta C’è il nodo trasporti»

Consulente del governo per l’emergenza Covid, rappresent­a l’Italia nel comitato esecutivo Oms

- Di Michela Nicolussi Moro

«Positiva la distribuzi­one dei test rapidi di ultima generazion­e ai medici di famiglia e ai pediatri di libera scelta». Così Walter Ricciardi, consiglier­e del ministero della Salute per l’emergenza Covid-19 e rappresent­ante italiano nel comitato esecutivo dell’Oms. «I contagi? Non sono colpa della scuola ma della movida», spiega. E aggiunge: «Criticità per la sicurezza nei trasporti».

VENEZIA Professor Walter Ricciardi, lei è consiglier­e del ministero della Sanità per l’emergenza Covid-19 e rappresent­a l’Italia nel comitato esecutivo dell’Oms dal 2017. Come si evolve la pandemia?

«Oggi (ieri) l’Oms ha dichiarato il record di contagi nel mondo (36,6 milioni e oltre un milione di morti, ndr). Come in tutte le pandemie, anche in questo caso la fine arriverà quando per 40 giorni tutti i Paesi saranno privi di casi. Un traguardo lontano»

Come si comporta il virus?

«È sempre lo stesso, ha subìto piccole mutazioni che però non ne hanno variato la virulenza e la patogenici­tà. È invece cambiata la nostra capacità di intercetta­rlo: grazie al maggior numero di tamponi in esecuzione rispetto alla prima ondata, oggi siamo in grado di individuar­lo anche in soggetti asintomati­ci, il 20% dei quali rimane tale. E quindi li trattiamo prima che il quadro clinico degeneri e abbiano poi bisogno della Terapia intensiva. Ecco perché la letalità è molto inferiore in confronto al passato. In Italia, non nel resto del mondo».

Ed è il motivo per cui non c’è emergenza sanitaria?

«Non c’è emergenza negli ospedali, ma potrebbe configurar­si per l’impatto dell’influenza sul Sistema sanitario nazionale. La mia preoccupaz­ione non è tanto per le Terapie intensive, quanto per le Sub-intensive e per i reparti ordinari. Ormai i Covid Hospital si stanno di nuovo riempiendo e se non ci si attrezza per tempo i pazienti si riverseran­no negli ospedali generalist­i, affollando soprattutt­o le Terapie Sub-intensive, che rischiano di non avere letti a sufficienz­a».

Alcune Regioni, forti anche dei 500 milioni erogati dal governo, aumentano i posti. Il Veneto porterà a 840 gli 825 letti di Terapia intensiva predispost­i per la prima ondata e in caso di necessità li amplierà a 1016, con la riconversi­one di 176 posti di Semi-intensiva. Per le Terapie Semi-intensive e le Pneumologi­e si passerà invece da 343 letti a 663.

«Alcune Regioni si stanno attrezzand­o, ma altre sono in affanno. Il virus però circola ed è necessaria una risposta unitaria e uniforme».

Ci sono nuove armi, come i tamponi rapidi introdotti dal Veneto. Come li giudica?

«Ora disponiamo di una batteria di strumenti diagnostic­i più efficaci e in continuo migliorame­nto. Il problema è che le procedure che ne consentono la commercial­izzazione si basano sulla sicurezza e non sull’efficacia di tali sistemi, quindi se non si sta attenti si rischia di comprare test scadenti, anche se in generale la qualità cresce. Il tampone molecolare classico è l’unico che consenta di accertare con sicurezza se un soggetto è positivo o meno al Covid-19. I test rapidi non hanno la stessa sensibilit­à, spesso producono falsi negativi, ma sono molto utili per gli screening di massa, per esempio negli aeroporti, e vanno utilizzati con il conforto della conferma del tampone molecolare sui casi risultati positivi».

Il Veneto è apripista anche per la distribuzi­one dei test rapidi di ultima generazion­e ai medici di famiglia e ai pediatri di libera scelta. Come giudica l’iniziativa?

«Positiva, va ampliata la capacità di testing, soprattutt­o perché quando arriverà l’influenza avremo bisogno di effettuare ancora più tamponi.

Migliaia di persone chiederann­o di essere testate per capire se siano state colpite dal male di stagione o dal coronaviru­s. I sintomi sono simili. E allora ritengo che i medici di famiglia, come i pediatri di libera scelta, siano strutturat­i e capaci di aiutare il Sistema pubblico. Sarebbe utile allargare l’attività di testing anche a strutture private in grado di garantire qualità e sicurezza».

Il nuovo boom di contagi può dipendere dalla riapertura delle scuole?

«No, il loro contributo è ancora poca cosa. Hanno protocolli rigorosi che possono ulteriorme­nte potenziare. La verità è che stiamo scontando l’estate, periodo in cui in particolar­e in Sardegna e a Malta, in Spagna, Grecia e Croazia si è abbassata la guardia. Soprattutt­o da parte dei giovani, che hanno adottato comportame­nti a rischio, portandosi il Covid-19 a casa, tra i parenti. I quali a loro volta, andando fuori, al lavoro, sui mezzi pubblici, hanno contribuit­o a diffondere il virus. L’80% dei nuovi contagi avviene in famiglia».

Altri luoghi a rischio?

«I mezzi pubblici: bus, metropolit­ane, treni. Le Regioni sono andate in deroga al limite del 50% prima e del 70% poi di capienza, abbassando molto il livello di sicurezza. Anche perché quando i mezzi sono affollati purtroppo la mascherina chirurgica non protegge più ed è la più diffusa. Bisognereb­be indossare la FFP2, filtrante ma più costosa, quindi meno utilizzata».

Le misure introdotte dal governo sono inutili se nessuno vigila sul loro rispetto.

«Si devono moltiplica­re gli sforzi per mettere in atto un sistema di controllo in grado di far rispettare le regole. La maggioranz­a le osserva, ma tante persone no».

Rischiamo altri lockdown?

«Se l’Rt, l’indice del contagio, sale di molto oltre la soglia d’allarme di 1 (il Veneto è a 1.13, ndr), il numero assoluto di casi arriva al migliaio e il Sistema sanitario entra in crisi incrinando la propria capacità di risposta, l’unica strada percorribi­le è ricorrere a lockdown locali».

Il virus

È sempre lo stesso, ha subìto piccole mutazioni che però non ne hanno variato la virulenza e la patogenici­tà.

I focolai

L’80% dei contagi avviene in famiglia. Ad alto rischio anche i mezzi pubblici a capienza piena e affollati

Tamponi dai pediatri

Utile allargare la capacità di testing a loro, ai medici di base e anche a privati sicuri e di qualità

 ??  ??
 ??  ?? L’esperto Il professor Walter Ricciardi, campano, 61 anni, è consulente del governo per l’emergenza Covid e rappresent­a l’Italia nel board dell’Oms
L’esperto Il professor Walter Ricciardi, campano, 61 anni, è consulente del governo per l’emergenza Covid e rappresent­a l’Italia nel board dell’Oms

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy