Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
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Dopo il lotto di Castelgomberto (Vicenza) ieri la riapertura del cantiere anche verso Treviso.
VENEZIA Quattro progetti per salvare piazza San Marco dall’acqua alta. Non in gara tra loro ma in sinergia in un tripudio di «gatoli», frangionde, valvole, pompe, rialzo delle rive e paratie amovibili nel quale ieri la sottocommissione della commissione di Salvaguardia ha messo ordine per ricavare una visione d’insieme e decidere giovedì prossimo sul più importante e costoso dei quattro. Vale a dire il progetto da 30 milioni di euro di Thetis e Kostruttiva finanziato dal Provveditorato alle Opere pubbliche per fare pulizia nell’intrico di cunicoli sotterranei che permette alla piazza di far scivolare in laguna l’acqua piovana ma che, con l’alta marea, porta l’eccesso di acqua salmastra dritto in piazza e in basilica.
I progettisti lo hanno spiegato per filo e per segno: il sistema di condotte sotterranee (i «gatoli») sarà ristrutturato, pulito, ammodernato: togliendo 9-10mila lastre di pietra d’Istria dalla piazza (un decimo del totale) per portarli alla luce, alcuni saranno chiusi, altri ritorneranno alla piena funzionalità e nei quattro punti dove sboccano in laguna saranno sistemate valvole per isolarli quando c’è l’alta marea. Le «chiuse» saranno in prossimità di bacino Orseolo, all’interno delle Procuratorie Nuove, nei pressi di un cunicolo che corre presso il palazzo del Patriarcato e vicino al pontile del Todaro, verso i Giardinetti Reali. Sotto il pontile sarà realizzata una sala tecnica sottomarina con sette pompe idrauliche alle quali arriverà l’acqua dei cunicoli convogliata nel collettore di calcestruzzo sotterraneo realizzato dal Consorzio Venezia Nuova un decennio fa: se c’è acqua alta e le valvole vengono chiuse e contemporaneamente piove, per evitare che la piazza diventi una piscina si azioneranno le pompe per buttare acqua in laguna.
Il rialzo delle rive a quota 110 (quella di sollevamento del Mose) e nuovi frangionde completeranno il sistema. «Frangiflutti galleggianti più grandi di quelli attualmente in uso – ha spiegato l’architetto progettista di Thetis Francesco Lanza - Serviranno ad evitare che le onde alte fino a 50 centimetri che si creano con lo scirocco, scavalchino le rive, che saranno tutte rialzate e portate a 110 centimetri». La sottocommissione ha approfondito gli aspetti tecnici e le relazioni con gli altri progetti in essere. Nell’attesa che quel progetto vada in cantiere, la Procuratoria di San Marco ha infatti ideato la barriera di vetro intorno alla Basilica per proteggerla dalle acque alte: un buon progetto secondo la commissione tecnico scientifica delle Belle Arti che ha invece stoppato per fragilità strutturali l’abbellimento successivo dello studio Boeri di Milano richiesto dalla commissaria del Mose Elisabetta Spitz. Doveva essere pronto ad ottobre ma è rinviato a data da destinarsi. La Procuratoria ha in carnet anche un altro intervento: la messa in sicurezza del retro della Basilica, con paratie su rio della Canonica, finestre stagne e un sistema di pompe per eliminare l’acqua dalla cripta e dai locali più bassi. Il quarto progetto in piazza è per le Procuratorie Vecchie, firmato dall’archistar David Chipperfield e Generali e pure prevede interventi a difesa della marea. Ricostruito ieri il quadro d’insieme, la commissione di Salvaguardia si riunirà giovedì per decidere. E ha chiesto ai progettisti di tenersi a disposizione nel caso siano necessari ulteriori chiarimenti.