Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Contagi record ma pochi casi gravi l’ira del Veneto sulla lista Svizzera
I carabinieri bloccano una festa con 300 invitati, nuovi focolai tra squadre, aziende e comunità. L’Rt sale a 1.13
VENEZIA Contagi record, in Veneto, per il terzo giorno consecutivo. Dopo i 496 nuovi casi di Covid-19 rilevati mercoledì e saliti a 533 giovedì, ieri il bollettino regionale ne ha registrati 545, per un totale da febbraio di 30.107. L’indice del contagio (Rt) sale da 1,1 a 1.13 e ci sono altre sei vittime, che portano il triste computo complessivo a 2215. Ma i ricoveri sono solo otto in più, eppure la Svizzera ha inserito il Veneto, insieme a Liguria, Campania e Sardegna, nella lista delle aree ad alto rischio. L’elenco, aggiornato dall’Ufficio federale della Sanità pubblica elvetico, sarà valido dal 12 ottobre, comprende 61 Paesi e 28 regioni. Chi entra o torna in Svizzera dalle zone indicate dovrà mettersi in quarantena. «Cominciano ad arrivare disdette a causa di questa decisione immotivata — rivela Claudio Scarpa, direttore dell’Associazione veneziana Albergatori —. I numeri non sono così gravi da giustificarla e la nostra sanità ha dimostrato proprio con l’epidemia di essere tra le migliori d’Europa. Chiediamo un urgente intervento del governo e lanciamo un appello al presidente della Regione, Luca Zaia, affinché convinca le autorità elvetiche a modificare il provvedimento. In questo momento lavoriamo solo con turisti italiani e di prossimità, provenienti da Svizzera, Austria e Germania. Oltre a qualche scarsa presenza da Francia e Spagna».
Zaia dal canto suo auspica che «se c’è, il governo batta un colpo». «Si stanno penalizzando quattro regioni italiane senza nessun dato epidemiologico a sostegno — sbotta il governatore — mi spiace che accada. Non si può selezionare il viaggiatore per Regioni, tu sì e tu no: l’Italia non l’ha mai fatto nei confronti di altri Paesi». In realtà in primavera è stata imposta la quarantena a chi arriva o rientra da Bulgaria e Romania e altri Paesi a rischio, quest’estate il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza che prevede tamponi per le persone in entrata reduci da Grecia, Spagna, Malta, Croazia e Francia del Sud, quindi lo stesso Zaia ha varato uguale misura per chi giunge dalla Sardegna. E mercoledì ancora Speranza ha siglato un’altra ordinanza che dispone test per le persone provenienti da Belgio, Olanda, Gran Bretagna e Repubblica Ceca.
«Per noi — prosegue Zaia — la Svizzera è un punto di riferimento, non solo dal punto di vista economico ma in generale: abbiamo sempre tenuto un rapporto da cugini e da vicini di casa. Sul fronte del turismo, gli svizzeri ci hanno sempre scelto come meta privilegiata per le vacanze. Ci spiace venire a conoscenza di questo diktat, non si capisce da dove nasca. Di certo sappiamo che ormai la storia del Covid-19 è fatta di tanti provvedimenti adottati a macchia di leopardo, a livello europeo e internazionale, senza una regia dell’Oms. Dobbiamo esserne consapevoli. Se l’Oms avesse compilato una lista — insiste il presidente del Veneto — e desse un’indicazione scientifica certa, potremmo disporre di unità di misura di graduazione e intensità degli interventi». E aggiunge: «A questo punto sarebbe utile conoscere i dati epidemiologici della Svizzera, sapere quanti tamponi fa ogni giorno, su quale percentuale di cittadini e quanti sono i positivi al coronavirus. Magari emerge una situazione oggi sconosciuta».
E a proposito di turismo, l’Usl Serenissima sta stringendo accordi con alcuni alberghi di Venezia disposti a ospitare per la quarantena turisti risultati positivi al tampone, per esempio all’aeroporto Marco Polo, ma anche residenti conviventi con persone fragili da non esporre al pericolo del contagio. A Mestre si allarga invece a 11 contagi (7 pazienti e 4 operatori) il cluster di Villa Salus, mentre a San Donà l’under 18 di rugby ha dovuto sospendere gli allenamenti perché un atleta è stato colpito dal virus e oggi saranno testati gli altri. A Ospedaletto Euganeo, nel Padovano, la festa di compleanno di un 63enne organizzata al ristorante «La Mandria» dai famosi Michele&Michele è stata interrotta dai carabinieri, perché la presenza di 300 invitati metteva a rischio il rispetto delle misure anti-Covid. Allarme al Centro carni di Tombolo: da una prima ricognizione sarebbero stati infettati 50 dipendenti.
Situazione ancora critica tra Cadore e Cortina, che ieri hanno registrato altri 61 casi e tre vittime, tra cui una centenaria. Infine il Trevigiano, con il focolaio dell’ex caserma Zanusso di Oderzo, dove il coronavirus è stato diagnosticato a cinque migranti dei 110 ospitati e a un operatore sugli 11 in servizio.