Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Lega, contro-ricorso al Tar per il seggio del M5s
VENEZIA La battaglia infinita a colpi di carte bollate continua. Dopo la vittoria del Movimento 5 stelle che ha spuntato un seggio in consiglio regionale (andato a Erika Baldin) strappandolo alla lista Zaia c’è stato il piccolo giallo di un ipotetico secondo seggio già derubricato come «errore materiale» dalla Corte d’Appello di Venezia ma su cui il potenziale beneficiario, l’uscente Manuel Brusco dice: «Valuterò con un legale se ci sono gli estremi di un ricorso». La presidente della Corte d’Appello, Ines Marini, spiega: «Il collegio ha lungamente discusso la questione che certamente aveva aspetti di complessità. A quanto mi è stato riferito sono stati coinvolti tutti i 10 magistrati addetti al collegio elettorale». Ora, però, è il turno della Lega di rispondere al fuoco. «Lunedì depositeremo la memoria per il ricorso al Tar conferma il presidente Luca Zaia perché l’assegnazione di un seggio nonostante la lista del M5s non abbia superato la soglia del 3% è incomprensibile. Per noi, la norma è scritta in maniera assolutamente chiara». Tanto più che, spiega il responsabile dell’Osservatorio elettorale veneto, Paolo Feltrin, «ci sono casi del tutto analoghi in altre regioni, come ad esempio la Lombardia, in cui l’interpretazione è diversa». E non è possibile sia così». Ed è sempre il professor Feltrin, alla luce degli svarioni che, in alcuni casi, hanno portato al raddoppio delle preferenze di alcuni candidati, a ribadire come la macchina di seggi e tribunali vada ripensata in termini meno «analogici» per così dire. «Tutto viene scritto a mano e, abituati come siamo ormai a scrivere a computer, è quasi fisiologico che i pasticci alla fine si verifichino. Elezione dopo elezione, però, i casi si moltiplicano. Il meccanismo va semplificato». Nelle pieghe di una tornata particolarmente complessa, pare che le sorprese potrebbero non essere finite. Si registra una certa agitazione, ad esempio, nel Veronese, in casa Lega. Non è escluso che l’assessore scaligero Filippo
Rando, scalzato da Alessandra Sponda, pensi a un ricorso. E c’è chi giura che potrebbe pensarci anche Giovanna Negro candidata in Veneta Autonomia, la cosiddetta «terza lista» del Carroccio. A sballare i conti, spiegano i più attenti, è il tripudio di voti tributato a Tomas Piccinini, soprattutto nella natia Mozzecane e nella vicina Villafranca. A Mozzecane 1.596 preferenze su 1.605 voti andati alla lista. Altri 722 voti sono arrivati da Villafranca contro i 65 raggranellati dai compagni di lista. Numeri talmente plebiscitari da suscitare qualche dubbio fra gli sconfitti.
Secondo Manuel Brusco, consiglier e uscente, avrebbe l’eventual e secondo seggio: «Non ho deciso, ci penserò»