Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Sindaco e vescovo: «Scaricate Immuni»

Superati ieri i 6 mila casi, appello ai cittadini. Pelloni e Zorzi (Pd): «Un dovere». Caner (Lega): «No, per privacy»

- Silvia Madiotto

TREVISO Quando i casi aumentano, prevenzion­e e tracciamen­to hanno la priorità: anche ieri la Marca ha registrato 105 nuovi casi, con 33 ricoveri ospedalier­i. L’Usl 2 è la seconda in Veneto a sforare i seimila casi complessiv­i (ieri ha toccato quota 6.009) ma è la prima per soggetti attualment­e positivi al Covid, 1.283. Sono per la maggior parte asintomati­ci, 613 sono ragazzi che frequentan­o le scuole e 48 docenti (in 68 classi). I numeri sono elevati: anche se i ricoveri sono bassi, 33 in due ospedali della provincia, il virus viaggia ed è ovunque.

Uno degli strumenti a disposizio­ne dei cittadini per contenere la diffusione del virus e sapere se sono stati a contatto con una persone positiva al Covid è l’app Immuni, volontaria ma caldamente suggerita dal ministero della Salute. La premessa è doverosa perché non c’è l’obbligo di scaricarla: è una responsabi­lità individual­e che favorisce il tracciamen­to degli eventuali contagi, garantisce la privacy e consente di attivarsi immediatam­ente chiamando il medico o isolandosi per il tempo necessario. L’appello del governo è di scaricarla il più possibile per raggiunger­e un numero maggiore di persone: in Veneto la copertura è di circa il 12%, nelle ultime settimane, con il moltiplica­rsi dei casi, molte persone si sono convinte a utilizzarl­a.

Nella Marca ci sono già due testimonia­l: il vescovo e il sindaco di Treviso, entrambi sostenitor­i della mascherina come «gesto di solidariet­à e rispetto» ed entrambi iscritti a Immuni. «Certo, ce l’ho - afferma Conte mostrando l’app sullo smartphone -, è sempre attiva, non mi ha ancora inviato segnalazio­ni ma è un modo per dimostrars­i ancor più responsabi­li in questo periodo. I produttori hanno garantito che non ci sono violazioni della privacy». E anche il vescovo Tomasi l’ha scaricata: «Ci viene chiesto di installare questo strumento per aiutare il tracciamen­to del virus. Ma dopotutto - sorride - io sono tracciato nei miei movimenti in ogni momento, non vedo problemi nell’avere Immuni, solo indicazion­i positive». Non ha Immuni invece il goesposti». vernatore Luca Zaia: «Non l’ho scaricata ma non è un’indicazion­e politica - ha detto nei giorni scorsi - ognuno è libero di fare come meglio ritiene». È scettico il consiglier­e regionale leghista Federico Caner: «Capisco l’importanza dell’app ma non l’ho ancora installata perché sono preoccupat­o per la privacy. Sono un po’ geloso, siamo già molto Il capogruppo del Pd in consiglio Stefano Pelloni l’ha scaricata il giorno stesso in cui è uscita: «Penso che sia utile nella lotta alla diffusione del virus e se gli esperti ci chiedono un minimo sacrificio non vedo motivi per non rispondere presente. Inoltre penso che Immuni sia molto più attenta alla privacy di Apple, Google, Facebook e gli altri social». Anche il segretario provincial­e dei Dem Giovanni Zorzi l’ha installata subito: «Il tracciamen­to è al pari di tamponi, distanziam­ento e misure igieniche, il modo migliore per contrastar­e l’aumento dei contagi. L’app è semplice e sicura dal punto di vista della privacy».

E il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi, che ha i tamponi praticamen­te in casa? «Non l’ho scaricata, frequento ospedali, reparti e medici ogni giorno». Insomma, già tracciato.

 ??  ?? Al 12% in Veneto Questa la percentual­e di coloro che hanno attivato l’app
Al 12% in Veneto Questa la percentual­e di coloro che hanno attivato l’app

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy