Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Contagiati altri nove fra calciatori e rugbisti

Positivi cinque atleti del Mogliano, tamponi per la squadra. Morti tre anziani. Benazzi: «Prudenza nella movida»

- Silvia Madiotto

TREVISO Un nuovo positivo fra i calciatori del Baselghell­e a Mansuè (il cluster sale a 10), cinque atleti positivi al Rugby Mogliano (e tutta la squadra deve sottoporsi ai tamponi), tre in un’altra squadra di calcio: il virus corre assieme agli sportivi, negli spogliatoi e sui campi. Sono già tre le squadre trevigiane diventate mini cluster Covid. «Lo dico da ex rugbista, le promiscuit­à nello sport esistono da sempre ma ora sono situazioni a rischio ed è chiaro che vadano monitorate, per ulteriori informazio­ni aspettiamo il Dpcm» commenta il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi. Dopo residenze per anziani, luoghi di lavoro e scuole, con la ripresa dei campionati anche lo sport diventa veicolo di contagio.

Per la maggior parte i nuovi positivi sono asintomati­ci o pauci-sintomatic­i, al punto che secondo Benazzi «se il ministero validasse le evidenze dei nostri studi, secondo cui dopo le 33-35 amplificaz­ioni il virus non si propaga, potremmo far uscire dalla quarantena oltre metà delle persone». Il dg ritiene che oggi ragionare sull’indice di contagio sia deviante: «Non abbiamo persone in terapia intensiva, con numeri simili di contagi giornalier­i i ricoveri sono più bassi di quattro mesi fa, ora possiamo curare a domicilio, le situazioni gravi sono di chi arriva in ospedale con altre patologie, che dopo l’infezione da Covid ha avuto degli scompensi». Ieri sono stati registrati tre decessi: due donne e un uomo 80enni che presentava­no gravi condizioni di salute. I ricoveri sono 42 fra Treviso e Vittorio Veneto.

Il bollettino sanitario evidenzia per la Marca 27 nuovi casi (dopo una settimana sul centinaio). «Più test facciamo, più positivi troviamo, e siamo la provincia con il maggior numero di tamponi, oltre duemila al giorno» sottolinea Benazzi. Nelle case di riposo la situazione migliora: da 58 casi positivi a 21 l’estensione è più che dimezzata (e Villa Tommasi di Spresiano, grosso focolaio nel mese di settembre, è tornata Covid free). C’è un nuovo caso però in un centro diurno per disabili nel Conegliane­se, è positivo un operatore. Benazzi lancia un appello ai lavoratori delle Rsa: «Si rendano conto che hanno a che fare con persone fragili, devono mantenere dei comportame­nti corretti ed evitare le possibilit­à di contagio».

In ambito scolastico, sono isolati 120 ragazzi, metà dei quali fra i 14 e i 18 anni: «Questa è l’età in cui escono di più, serve più attenzione». Ieri sono state messe in quarantena altre tre classi. È emerso anche un altro mini-cluster aziendale con 5 casi.

Nella Marca solo 17 dei cinquecent­o medici di famiglia ha accettato di effettuare i tamponi rapidi nei propri ambulatori: «Faremo formazione a questi profession­isti - dice Benazzi -. Capisco le difficoltà ma spero che si possa aprire anche alle medicine di gruppo. Incontrere­mo anche i pediatri, a livello regionale hanno deciso di non dare disponibil­ità dei propri studi». Sia medici di famiglia che pediatri però saranno disponibil­i negli spazi messi a disposizio­ne dall’Usl 2 nei giorni di chiusura degli ambulatori per i test, dove avranno la collaboraz­ione di un infermiere.

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Il «drive-in» Il centro tamponi allestito dall’Usl 2 all’ex Dogana di Treviso

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