Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Salvataggio «Acc» L’ok dell’Ue tarda e farà slittare il prestito bancario
BORGO VALBELLUNA Non c’è pace per «Acc». O forse, dura troppo poco: la fabbrica di compressori per frigoriferi è in guerra con la successione degli eventi che la incalzano quasi di continuo. Ad esempio, il placet della Commissione Europea, quello necessario perché si aprano i cordoni del prestito-ponte per garantirne la sopravvivenza fino all’avvio del progetto «Italcomp» (la fusione con l’ex Embraco del Torinese per creare il polo nazionale del settore), non arriverà — come previsto — nel mese in corso, ma più probabilmente sotto Natale. E ciò riporta l’impresa, momentaneamente, con l’acqua alla gola.
Un passo indietro, solo per capire. Mesi fa l’azienda, in vista della fine della liquidità prevista per i primi di ottobre, aveva chiesto alle banche un finanziamento di 12 milioni e 451 mila euro. All’inizio, nessun istituto di credito si era fatto vivo. Poi, in un tavolo organizzato dall’assessore regionale Elena Donazzan, era emerso che tre istituti di credito si erano impegnati a sottoporre agli organi deliberanti la proposta di sostegno finanziario al progetto industriale di «Acc», nell’ambito della garanzia statale prevista dalla legge «Prodi bis». Per giorni se ne era saputo poco. Tra la fine settembre e i primi d’ottobre, tuttavia le banche si sono dette disposte a concedere il prestito: prima Banca Ifis, poi Intesa San Paolo e UniCredit. Tutte e tre le banche hanno però subordinato il finanziamento all’ok della Commissione Europea all’aiuto di Stato e alla garanzia del Mef (ministero Economia e Finanze) sul prestito. Il problema è che l’istituzione guidata da Ursula Von
Der Leyen non si esprimerà prima di Natale: ha chiesto chiarimenti tecnici al Mise (ministero Sviluppo economico) che segue la vicenda.
Tutto normale per una partita che si gioca sul filo del
Diritto comunitario. Ma questo ritardo comporta problemi. Non sarà possibile fare scorte, per due mesi, si dovrà utilizzare la pratica del justin-time (zero magazzino). Ma il commissario (l’azienda è in amministrazione straordinaria) Maurizio Castro ha ottenuto l’anticipo dei pagamenti da parte di clienti importanti. Gli ordini ci sono, ma si tratterà comunque di stare attenti al centesimo, in un momento in cui Castro intendeva puntare sull’incremento della produzione, elemento basilare della sua strategia di crescita. In vista di ciò il commissario ha riassunto 25 dipendenti licenziati dall’ex proprietà cinese più di un anno fa, portando il personale a 310 unità.
Soluzioni Castro, commissario straordinario, è riuscito a far anticipare i pagamenti dai fornitori