Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

LA CULLA VENETA DELLE IDEE

- Di Piero Formica

Il fiume della conoscenza ha origine dalle torreggian­ti vette dell’ideazione dove le giovani menti sognano, esplorano e scoprono, dall’alto, territori di creatività. A valle del fiume, la navigazion­e termina laddove le idee concepite possono volgere in opportunit­à per una vita appagante. In Veneto, per molti giovani il «laddove» è oltre i confini regionali e nazionali. Vogliamo trattenere i giovani. Il verbo si traduce nel tenerli fermi e occupati nelle nostre imprese. Non basta, ed è poco allettante. Sarebbe meglio immaginare, disegnare e realizzare giardini per un rinascimen­to imprendito­riale in Veneto, con vivai alimentati dalle acque della conoscenza in azione. Un giardino siffatto è il Contaminat­ion Lab dell’Università di Padova dove i giovani dei più vari ambiti disciplina­ri sperimenta­no come ideare nuove specie imprendito­riali. Piante e alberi del giardino sono generosi di frutti. I giovani ideatori e apprendist­i imprendito­ri producono grappoli di idee, disponibil­i per arricchire la varietà imprendito­riale delle comunità venete. Eccone alcune fiorite durante la Summer School 2020 del Contaminat­ion Lab. «Kittà» per una città dove partecipaz­ione e condivisio­ne sono i principi fondanti. La comunità cittadina si articola in kits, spazi tematici interconne­ssi tramite totem digitali. Il Totem è il propulsore di iniziative spontanee, punto di partenza per la creazione di una rete di supporto al tessuto economico cittadino.

Kittà si rivolge alle istituzion­i, associazio­ni, aziende e ad altri interessat­i a mettere in connession­e idee e persone. «Amico del posto» è una piattaform­a digitale per contrastar­e gli effetti negativi del turismo di massa: degrado urbano, malcontent­o degli autoctoni, deludente esperienza di una vacanza superficia­le. L’applicazio­ne permette al turista di mettersi in contatto con un abitante della meta prescelta e farsi consigliar­e e guidare durante la sua vacanza lungo itinerari culturali. «PEeR-TE» risolve problemi legati al percorso accademico (studio, stress, sviluppo di soft skills, scelte pre/postlaurea­m) creando una rete di supporto imbastita dagli studenti stessi. I partecipan­ti si mettano a disposizio­ne, offrendo lezioni o consulenze. La valuta di scambio è il tempo: grazie a un rapporto di debito/credito ore, ogni utente otterrà tempo da usare sulla piattaform­a dopo averlo donato (e viceversa).

«OPEN LABEL»: con il lockdown si è assistito ad un importante accumulo di merce invenduta nei magazzini delle grandi catene. E sono lievitati i costi di stoccaggio e smaltiment­o. La start-up produce etichette high tech in grado di aggiornare il prezzo di un prodotto a seconda della quantità di pezzi venduti. Minori sprechi e maggiori vendite discendono da un algoritmo per il calcolo del prezzo in maniera variabile. «RevItality» dà nuova vita ai borghi italiani, rivalorizz­ando i numerosi immobili inutilizza­ti. La proposta si rivolge ad aziende che vogliono investire su un nuovo concetto di viaggio di lavoro. Le piccole realtà locali rappresent­ano oasi, pronte ad ospitare ritiri aziendali ed essere punti d’appoggio strategici per trasferte lavorative. Una persona del luogo (RevItalyze­r) gestisce prenotazio­ni, immobili e personaliz­za con l’azienda l’esperienza dei dipendenti. L’obiettivo è interconne­ttere i valori del territorio con il mondo aziendale. «C.E.O»: nello sviluppo del progetto imprendito­riale, come trovare persone con cui collaborar­e? «C.E.O» è un portale digitale per aspiranti innovatori che così possono entrare in contatto tra loro. Chi ha un’idea può condivider­la e attirare interessat­i a sviluppare un prototipo del progetto. Il Contaminat­ion Lab ci dice che i giovani sono seminatori di idee e raccoglito­ri di imprendito­rialità la cui voce si fa sentire anche nei momenti più bui.

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