Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’AGENDA (POLITICA) DI ROSSO

- Di Luca Romano

In questa fase storica in cui gran parte dello spazio pubblico è assorbito dal Covid e il restante dalle misure di emergenza che vengono applicate con maniacale pignoleria alla sanità, la scuola, lo sport, la movida e quant’altro, non si può perdere di vista ciò che è la spina dorsale del Paese: l’impresa e il lavoro. Non ci sarà una seconda possibilit­à. Quando il premier Conte dice «ce la faremo» parla un uomo di pubblica amministra­zione, pacato, rassicuran­te, quasi protettivo, ma che non ha ancora dato l’idea di percepire quanto si sta per scatenare in termini di crisi economica e sociale in un contesto di finanza pubblica iper indebitata. Prima che sia troppo tardi occorre uscire dai fortini della politica e andare per territori. Non lasciamo alla rabbia dei social e alle dirette tv questa fondamenta­le azione di rappresent­anza «in presenza». Il voto come espression­e fiduciaria, lo abbiamo visto, ha premiato Luca Zaia, un caso studio internazio­nale come raccoglito­re di una domanda di protezione. Ma il tempo è pochissimo per passare dalla protezione all’azione.

La classe politica tutta, dalla sinistra alla destra, si deve concentrar­e su un solo obiettivo: fare impresa e creare lavoro, per i tanti scoraggiat­i, giovani che non vedono prospettiv­a e over 50 che perdono il posto. Eccentrico e carismatic­o, visionario e, insieme, tremendame­nte lucido, Renzo Rosso ha condensato in un’intervista «dinamite» proprio questo programma.

La si può leggere, tutta d’un fiato, nel libro curato da Alberto Orioli: Proposta per l’Italia. Quello del virus è un fenomeno di portata epocale e ha connesso come una cosa sola salute e ambiente: «La gente lo ha capito: il coronaviru­s è il gemello dell’impazzimen­to del clima e dello smog delle città. L’investimen­to in sostenibil­ità, invece, è l’anima verde, l’anima pulita e ci consente di fuggire da questa maledetta contaminaz­ione tra virus e inquinamen­to». Rosso indica una strada precisa, che è fatta di scelte coraggiose in un contesto di straordina­ria emergenza, risoluto nel promuovere l’intraprend­ere: «Noi, come italiani, su questo potremmo fare davvero qualcosa di epocale e di fantastico. A partire dalla scelta delle priorità di investimen­to da parte del governo: dovremmo creare le condizioni per riportare filiere nel nostro Paese e valorizzar­e il vero made in Italy. Basterebbe garantire a chi riporta le produzioni in Italia qualche anno di sgravio fiscale e contributi­vo».

Capo di una grande azienda, non indulge tanto nella celebrazio­ne delle dimensioni, ma sottolinea che è la visione a fare grande l’impresa; è il fare artigiano il segreto del successo italiano: «Ci sarebbe un giro di energia pazzesca. Così come se davvero il governo puntasse sulla valorizzaz­ione della filiera del made in Italy artigiano che è il cuore del lusso. Di tutto il lusso, perché l’80% del mercato mondiale si fa qui in Italia, grazie a una serie di piccole e piccolissi­me imprese artigiane imbattibil­i, spesso gravate da tasse eccessive». Già, il fisco. Tutto il sistema attuale sembra costruito per scoraggiar­e l’impresa e il lavoro: «Sono cose che dovrebbe fare il governo, a cominciare da un’articolazi­one fiscale che guardasse, in modo unitario, tutta la filiera, tutta la catena del valore: vantaggi alla capofila se garantisce liquidità ai piccoli subfornito­ri». Nell’immaginari­o, Rosso ha sempre incarnato il mito del solista, controcorr­ente e anticonfor­mista. Ma, in realtà, qui rivela quanto sia centrale per lui la dimensione sociale e collettiva dell’agire economico. Ce n’è anche per chi organizza i lavoratori: «Ci vuole un cambio di passo anche per il sindacato: un modo di guardare allo sviluppo che abbia al centro il lavoro e l’impresa con un’idea di pianificaz­ione strategica, non con il solito sguardo corto su quanto deve costare la mezz’ora di lavoro». Per non parlare del governo, il suo discorso è totalmente privo di qualunque indulgenza populista: «E poi, mai più ministri improvvisa­ti o incompeten­ti; semmai personale di prim’ordine e molto più pagato di adesso in modo da remunerare la competenza e in modo che non abbia problemi di corruttibi­lità».

L’agenda Rosso è tagliata perfettame­nte per una via di uscita: chi sa fare impresa e crea lavoro va nominato sul campo leader politico.

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