Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«L’allarmismo crea danni»
Altolà delle imprese, Carraro (Confindustria): l’incertezza deleteria come il lockdown
VENEZIA Lo spettro di un nuovo lockdown prospettato da Crisanti e non escluso dal premier manda in fibrillazione il Veneto. Carraro, Confindustria: «Così si mina il motore del Paese e della regione».
Prima il fustigatore (ma c’è chi gli dà ormai del catastrofista) Andrea Crisanti che vaticina un nuovo lockdown a Natale, poi quella mezza frase del premier Giuseppe Conte «Non è da escludere». Tanto è bastato per suscitare un vespaio di polemiche sugli annunci che creano già oggi danni all’economia e alla psiche. Sara Richter, virologa del Bo, parte dai fatti: «Sapevamo ciò che ci aspettava, bastava guardare ai Paesi come Francia e Germania che hanno aperto prima le scuole. Allo stesso modo sappiamo che il lockdown abbatte la curva dei contagi. Ma forse l’economia non può sostenerne uno totale, alcuni Paesi procedono a lockdown parziali. E, in più, bisognerà vedere il vaccino a che punto è, ce lo si aspetta verso gennaio, chiudere a dicembre non avrebbe senso». L’argine agli scenari più foschi resta quello dei piccoli step: «Non credo sia il caso di parlare di lockdown, non è il momento di dire cose così gravi che mandano in crisi persone già provate. - dice Antonella Viola - La situazione è preoccupante? Sì, molto, e le misure fin qui adottate sono insufficienti. Ma dobbiamo ricominciare a capire cosa fa uno scienziato e cosa un politico. Per me si dovrebbe risolvere prima il problema dei trasporti e poi pensare alle università a distanza, i ragazzi sono adulti, possono farcela. E poi, ancora, l’obbligo dello smart working. Prima del lockdown, ma anche prima del coprifuoco, c’è questo».
È Enrico Carraro, a capo di Confindustria, a sottolineare come «lo spettro del lockdown» sia nocivo quasi quanto il lockdown stesso: «Annunci come questi hanno un forte impatto psicologico. Persone così note come Crisanti dovrebbero fare attenzione prima di farli. Come imprenditori siamo andati un po’ nel panico, ci sono viaggi da programmare, un’economia che, a macchia di leopardo, si sta risollevando. Sia a livello nazionale che regionale viviamo sull’industria non sulla movida, è giusto ristorare i locali magari costretti al coprifuoco ma è il motore industriale quello che non possiamo permetterci di spegnere». Crisanti, insomma, è al centro del dibattito con ormai consueto corredo di polemiche: mercoledì sera, in televisione, Giorgio Palù ha dichiarato «Crisanti non è un virologo, è un esperto di zanzare, a suo tempo l’ho assunto per questo».
Polemiche scientifiche a parte, le categorie economiche trasecolano. Confcommercio ha elaborato in fretta e furia una stima: un nuovo lockdown costerebbe al Veneto 3 miliardi. «Un abisso da cui non ci si rialza - si dispera il presidente Patrizio Bertin chiederò subito un incontro al governatore Luca Zaia. Annunci così a mezzo stampa e con tanto anticipo creano dei danni nell’immediato». Si indignano anche i sindaci. Francesco Rucco, primo cittadino di Vicenza coglie lo stesso segnale d’allarme:«Il problema è l’incertezza. La gente che voleva prenotare qualche giorno in montagna rinuncia. Si enfatizzano al massimo gli aspetti negativi, ci vuole equilibrio nel comunicare. Non
Carraro
Crisanti dovrebbe pensarci bene prima di fare annunci
Conte
Le fughe in avanti sono dannose per l’economia e per la psiche
sottovalutiamo l’emergenza sanitaria, abbiamo già dimostrato di saperla gestire come pubblica amministrazione ma dobbiamo anche dare serenità». Mario Conte, sindaco di Treviso e a capo dell’Anci scandisce: «Questa è un’emergenza che va gestita giorno dopo giorno, fare proclami così pessimistici in un periodo tanto delicato dal punto di vista economico e anche psicologico è pericoloso. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno sono gli scatti in avanti. Noi sindaci equilibristi con le casse vuote siamo preoccupati del futuro delle comunità». A proposito di casse vuote. Di ieri, infine, l’approvazione di uno stanziamento di altri 40 milioni di euro per i Comuni più colpiti annunciato dal sottosegretario del Viminale, Achille Variati. Criteri per la ripartizione: l’inserimento in zona rossa e l’incidenza di contagi e decessi.