Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Cassamarca inaugura un ristorante-libreria con sedie e mobili usati «Restauro a costo zero»
TREVISO Il nuovo ristorante di Casa dei Carraresi ha le sedie con le rotelle: ce n’erano 70 negli uffici ai piani alti e adesso, non servendo più, sono state dirottate nel locale allestito al piano terra, affacciato sulla Pescheria (ampie vetrate e panorama suggestivo, anche con la pioggia), per dare un look più moderno e un diverso appeal. È questa la seconda vita di Fondazione Cassamarca: stop alle manie di grandezza della prima, storica, eterna gestione di Dino De Poli, i progetti odierni sono frutto di recuperi. «Abbiamo realizzato questo intervento quasi a costo zero, gli oggetti usati erano già di nostra proprietà». Vale anche per la ricca libreria creata all’ingresso, i mobili sono stati riattati e gli inserti blu ridipinti con buona volontà dai collaboratori e dai professionisti chiamati a raccolta dal presidente Luigi Garofalo. Nulla è lasciato al caso, le spese sono abolite, si usa quel che c’è. «Vorrei che questo luogo diventasse la casa dei trevigiani .- sottolinea l’avvocato, chiamato a risanare i conti di un ente in grave crisi - che si dessero appuntamento qui. Abbiamo una libreria, buon vino, tavoli per cenare e pranzare insieme, un luogo in cui incontrarsi e dialogare. Treviso e Ca’ dei Carraresi sono aperte al mondo».
Il nuovo spazio è l’immagine di come Fondazione, dopo le tribolazioni finanziarie dell’ultimo decennio, sceglie di tornare alla sua missione originaria. Cultura, mostre, presentazioni, libri, corsi di formazione e master di eccellenza. La libreria (arte, storia, saggi e testi universitari) consente oltretutto di garantire quattro posti di lavoro: visti i tagli e le ristrettezze anche questo è un buon segnale. In quanto alle mostre, che per i Carraresi sono state nucleo centrale, si cambia rotta: «Le faremo ai piani superiori ma non ci sarà Van Gogh – sottolinea Garofalo -. A chi vuole vedere le sue opere consiglio di andare ad Amsterdam. Faremo mostre fotografiche e d’arte con chi si proporrà per utilizzare i nostri spazi ed esporremo il nostro straordinario patrimonio».
Aprire un ristorante di questi tempi può sembrare un atto impavido (a gestirlo sarà Paolo Lai), ma «chi non investe smette di credere nel futuro» commenta il sindaco Mario Conte. «Ci sono molti segnali positivi, di fronte a tanti sacrifici sono sicuro che la ripartenza di Treviso sarà alla grande».
Anche il presidente della Regione Luca Zaia si è congratulato per il progetto di rilancio (dalla nuova sede espositiva di Ca’ Spineda al pianterreno «commerciale» dei Carraresi): «Il presidente ha fatto un lavoro strepitoso, un vero cambio di marcia, riportando Fondazione al suo oggetto sociale, accanto ai trevigiani, deve tornare propulsore di iniziative, non disperdere le energie in azioni immobiliari. Treviso è una Piccola Atene».
Ma nel giorno dell’inaugurazione non si può non pensare al resto, a quei bilanci incrinati. Nessun rischio, ma grattacapi di sicuro. «Notizia di oggi è che non saranno distribuiti i dividendi Unicredit del 2020 – annota Garofalo -. Per noi comporta, come ricaduta concreta, che mancano due milioni di entrate. Dal punto di vista delle nostre iniziative però non incide». E l’affaire Appiani, il trasferimento mancato della Camera di Commercio, la diatriba legale? Se ne sta ancora occupando il giudice.
Garofalo Vorrei che Ca’ dei Carraresi diventasse la casa dei trevigiani