Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Smantellata rete di pedofili, nei guai anche un trevigiano
TREVISO La segnalazione è scattata a livello internazionale, da lì sono scattate le indagini della polizia postale, che si sono mosse sempre sui fili di un modem. Fino all’ultimo blitz, che nei giorni scorsi ha portato alla denuncia di dodici persone e all’arresto di altre quattro, tutte con l’accusa di possesso e diffusione di materiale pedopornografico. Se gli arresti riguardano le provincie di Mantova, Brescia, Modena e Trento, tra le denunce figurano anche sei veneti: due veneziani, due padovani, un vicentino e un trevigiano; per loro non sono scattate le manette solo perché, al controllo di computer e cellulari, i filmati e le foto ancora salvati nelle memorie interne non erano più in numero sufficiente, ma non ci sono dubbi che anche loro abbiano partecipato agli scambi online. L’inchiesta ha riguardato una chat di Kik, applicazione di messaggistica utilizzata soprattutto dai giovanissimi: nel gruppo in questione i partecipanti - le età oscillavano tra i 23 e i 60 anni - si passavano file (foto, ma soprattutto filmati) che mostravano minorenni sottoposti ad ogni genere di pratica sessuale, spaziando da ragazzini di poco meno di 18 anni fino ad infanti di appena un’anno di vita. La polizia postale è riuscita a identificare i 16 italiani grazie ad un attento lavoro sugli indirizzi Ip scoperti nella chat: su Kik, infatti, a ciascun utente non è associato un numero di telefono ma solo un account creato online. Il lavoro della polizia postale e della procura non è terminato: i telefoni sequestrati hanno mostrato collegamenti con gruppi telegram sfruttati nel revenge porn, ma soprattutto gli agenti devono chiarire se, oltre alla diffusione di materiale pedopornografico, il gruppo fosse anche responsabile della produzione di alcuni di quei file, quindi se le violenze commesse sui minorenni e immortalate in video siano state consumate in Italia, magari proprio da qualcuno degli identificati.