Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bologna sposa Rimini, Vicenza dimezza il peso «Ma siamo favorevoli»
Xoccato: «Entreremo nel primo player italiano»
VICENZA Un matrimonio per arrivare a creare il primo operatore fieristico italiano. La fusione tra Ieg (Italian exhibition group, nato dall’unione di Rimini e Vicenza) e Bolognafiere si fa sempre più vicina. Mentre in Veneto si continua a discutere di una possibile aggregazione tra le due fiere principali di Verona e Padova, ieri, con una nota congiunta, le due società con base a Rimini e Bologna hanno comunicato di avere siglato un term-sheet non vincolante per arrivare a un’integrazione «indicativamente entro il mese di maggio 2021».
Si tratta di fatto del primo passo formale verso una fusione di cui si parla da anni, tutta interna all’Emilia Romagna e che riguarda, però, anche il Veneto. E in particolare Vicenza, che tramite «Vicenza holding» detiene il 19% delle quote di Ieg, in virtù della fusione tra Fiera di Vicenza e Rirendere minifiere avvenuta nel 2016. In base a quella partecipazione, oggi, nell’anno della pandemia da Covid-19 che ha falcidiato (anche) il settore fieristico, la città del Palladio si trova a fare i conti con la possibilità di diventare socio – di netta minoranza – del primo gruppo italiano del settore. La fusione tra Ieg e Bolognafiere potrebbe infatti dare vita a una realtà da 356 milioni di fatturato (pre-Covid), entrando di diritto tra i primi 10 player a livello internazionale.
Secondo la nota diffusa ieri, il rapporto di concambio tra le due società sarebbe di 1 a 1, con il conseguente dimezzamento della partecipazione attuale di Vicenza, che dal 19% di oggi in Ieg (con diritti di voto pari al 21,35% delle quote) scenderebbe, secondo la proiezione, al 9,5% nella futura società. «La realizzazione dell’operazione – si legge nella nota – è soggetta all’esito positivo delle attività di due diligence che saranno condotte nonché alla realizzazione delle eventuali operazioni societarie che si dovessero
necessarie ai fini del raggiungimento del suddetto rapporto di concambio». Inoltre, il term-sheet delinea un’ipotesi di struttura della nuova governance mirata a «riflettere il rapporto di concambio» e ad «assicurare la prosecuzione del programma di investimenti nei quartieri fieristici di proprietà, compatibilmente con la situazione finanziaria». Per la Camera di Commercio di Vicenza, socio di Vicenza holding, è una buona notizia: «Vicenza ha fatto e farà la sua parte – dichiara il presidente, Giorgio Xoccato – e in un momento storico come questo, entrare a far parte del primo player italiano di settore è una prospettiva che ci vede favorevoli».