Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La Conversazione di Lotto, un ospite da Vienna
Alle Gallerie dell’Accademia la prima puntata di un progetto che vede prestiti dai grandi musei internazionali
Un afflato mistico ed emotivo, un gioco di sguardi e gesti, luci e cromie. Scorre un dolce e intenso flusso di pensieri e premonizioni nella Sacra Conversazione con i santi Caterina e Tommaso di Lorenzo Lotto (1480-1556), «il primo pittore italiano a essere sensibile ai mutevoli stati dell’animo umano», come scriveva Bernard Berenson, che riscoprì l’artista nel 1895.
La tela del 1526-28 è esposta alle Gallerie dell’Accademia di Venezia fino al 17 gennaio (a ottobre il venerdì pure visite serali) e ipnotizza con quell’azzurro del manto della Madonna che invade un’ampia porzione della scena, reso con costosi pigmenti di lapigare slazzuli. Giunto dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, il dipinto s’inserisce nel progetto «Un capolavoro per Venezia», ideato dalle Gallerie e Intesa Sanpaolo Main Partner, che porta nelle sale del museo in Laguna eccelse opere del Rinascimento veneto da musei internazionali, a dialocon quelle della collezione veneziana: «Un’iniziativa spiega il direttore della pinacoteca Giulio Manieri Elia per favorire la ripartenza. Tra i primi musei in Italia a riaprire dopo il lockdown, con buoni risultati di pubblico fino ad agosto, ora siamo di nuovo in affanno. Il 2020 segnerà 4050% in meno di presenze».
È un dialogo intrigante quello tra la Sacra Conversazione - «che non concediamo spesso», marca Francesca Del Torre, curatrice della sezione del Rinascimento italiano al museo viennese – e il magnifico Ritratto di giovane gentiluomo (1523) dell’Accademia: due generi a confronto e due tra le più alte vette dell’arte dell’inquieto maestro. In comune la naturalezza della messa in posa dei personaggi, i molti elementi simbolici e una malinconia che commuove.
Il successivo capolavoro a Venezia sarà la Pietà (1581) di Paolo Veronese dall’Ermitage di San Pietroburgo, posto accanto alla Pietà (1575-76) di Tiziano e la Deposizione (1550-60) del Tintoretto. Seguirà un terzo arrivo ancora top secret. Manieri Elia ha ricordato il restauro (sempre con Intesa Sanpaolo) della tela di Pietro Da Cortona Daniele nella fossa dei leoni (1663-4).