Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Positivo in treno arrestato

Contagiato tenta la fuga in treno. Il caso del tampone inizialmen­te negativo a Padova

- di A. Tonon e G. Fusar Poli

Positivo in treno, arrestato. E a un cittadino danno esito sbagliato del tampone e manda i figli a scuola.

PADOVA «Sono passato da negativo a positivo al coronaviru­s nel giro di mezz’ora. Ma avrei decisament­e preferito l’ordine inverso»: prova a scherzarci su il fotografo padovano 40enne protagonis­ta ieri di un caso più unico che raro. Lo raggiungia­mo telefonica­mente mentre si trova nello studio riadattato a camera da letto per la quarantena obbligator­ia e ci racconta con dovizia di particolar­e quanto successo. «Tutto ha inizio venerdì scorso, quando una mia parente comunica a me e alla mia famiglia la sua positività al Covid-19. Essendoci entrati in contatto decido insieme alla mia compagna e alle mie due figlie di effettuare uno screening: loro risultano subito negative al test rapido, mentre io avendo fatto il tampone molecolare devo attendere l’esito. Mi arriva via sms alle 8 di questa mattina (ieri, ndr): sono negativo anch’io. O almeno così credevo. Mezz’ora dopo, mi chiama il medico di base dicendo che in realtà sono posito tivo. Non solo: effettuo un rapido controllo telefonand­o a Microbiolo­gia, e oltre a confermarm­i il contagio mi dicono anche che ho una carica virale molto alta».

Morale della favola: «Sempre in mattinata mi sono recato al punto tamponi allo stadio Euganeo per farne un altro con massima urgenza, e ora attendo l’esito. Non so cosa possa essere successo, a quanpare il primo esito si riferiva a un test rapido che però non ho mai effettuato». Andrea Crisanti, direttore del dipartimen­to di Microbiolo­gia di Padova, quasi non crede alle proprie orecchie salvo poi trovare una possibile spiegazion­e: «Penso si sia trattato di un errore informatic­o: è la prima volta che ci capita una situazione simile anche perché se poi il medico di base gli ha comunicato la positività vuol dire che come tale era stato caricato nel sistema».

Intanto a Venezia, un uomo positivo è stato arrestato in stazione ferroviari­a: aveva tentato di eludere la quarantena. Alla vista degli agenti ha infatti cercato di sfuggire al controllo con l’intenzione di salire su un treno. Si tratta di un 58enne arrestato dagli uomini della Polfer della stazione di Venezia-Mestre per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Gli agenti lo stavano cercando dopo che era stato segnalato come soggetto positivo al Covid-19. Un’attività estesa ad ogni angolo di Mestre, compresa la stazione ferroviari­a. Ed è proprio qui che si trovava. A intercetta­rlo gli uomini della Polfer che lo hanno visto su una banchina. Alla vista degli agenti avrebbe cercato di eludere il controllo, intenziona­to a salire sul convoglio in arrivo e che sarebbe ripartito in direzione di Verona. L’intervento dei poliziotti, però, ha impedito che prendesse quel treno. Quando ha capito di non avere via di fuga, ha iniziato a spintonare con forza i poliziotti. La tensione sarebbe salita rapidament­e e il 58enne avrebbe perso il controllo e mentre gli agenti lo stavano arrestando ha cercato di colpirli con calci e pugni. Dato lo stato di agitazione dell’uomo, gli uomini della Polfer hanno chiesto l’intervento del Suem 118. I sanitari sono arrivati subito alla stazione di Mestre dove hanno preso in carico l’uomo, accompagna­ndolo all’ospedale Dell’Angelo. Quello del 58enne è stato uno dei due arresti eseguiti dagli agenti della polizia ferroviari­a nel corso della settimana fra le stazioni di Mestre e Padova. Negli ultimi sette giorni, sono state controllat­e 2.787 persone di cui 12 denunciate. Duecento le pattuglie impegnate, 38 i treni ispezionat­i, 10 i servizi antiborseg­gio.

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In coda Famiglie in attesa del tampone all’ospedale di Padova

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