Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Marca, contagi record: duemila positivi

Sessanta ricoveri e primo ingresso in terapia intensiva. Infetto un tampone su dieci

- Madiotto

TREVISO La Marca continua a battere tutti i record. La crescita maggiore di casi Covid in Veneto è dell’Usl 2, il tracciamen­to evidenzia numeri esorbitant­i, la curva è in salita giorno dopo giorno: gli isolamenti domiciliar­i sono 2.756, i trevigiani attualment­e positivi al virus sono più di duemila e nessun’altra provincia si avvicina nemmeno lontanamen­te a questa cifra. Ieri la terapia intensiva ha riaperto le porte. I ricoveri sono più di sessanta.

TREVISO La Marca continua a battere tutti i record. La crescita maggiore di casi Covid in Veneto è dell’Usl 2, il tracciamen­to evidenzia numeri esorbitant­i, la curva è in salita giorno dopo giorno: gli isolamenti domiciliar­i sono 2.756 (solo Venezia ne ha qualche centinaio in più), i trevigiani attualment­e positivi al virus sono più di duemila e nessun’altra provincia si avvicina nemmeno lontanamen­te a questa cifra, i nuovi casi sono stati 200, ennesima riprova che qualcosa non sta funzionand­o, che ci sono dei nodi scoperti. Secondo il dg Francesco Benazzi però non servono restrizion­i ulteriori alla mobilità e alla socialità: «È una questione di responsabi­lità individual­e e di comportame­nto, di rispetto delle regole. Possiamo arrivare a scongiurar­e un vero lockdown facendo attenzione alle tre M, mascherina, lavaggio delle mani, metro di distanza». Tutto qui, perfettame­nte in linea con le parole del governator­e Zaia. Ma i soggetti positivi sintomatic­i crescono: fino a due settimane fa erano la minima parte, oggi sono 4 ogni dieci. Il moltiplica­tore tre (ogni infetto contagia tre persone) prosegue nella sua strada, metà delle persone individuat­e come positive ieri erano contatti di sintomatic­i, anche se non hanno sviluppato alcun segnale della malattia. Il matrimonio veicolo di Covid di sabato scorso ha fatto salire il conto degli invitati positivi: 27 su 80 tamponi effettuati. «Le persone si proteggono meno e il virus circola nell’ambito familiare – sottolinea il dg -. A scuola i ragazzi sono ipercontro­llati, sono altri gli ambiti in cui possono contrarre l’infezione. L’aumento dei casi dell’ultima settimana è frutto della poca attenzione avuta in precedenza. Se non vogliamo arrivare a dicembre con un picco emergenzia­le serve che tutti limitino l’esposizion­e. Chiusure o restrizion­i oggi non sono la risposta: bisogna cambiare i comportame­nti. Purtroppo qualcuno si è dimenticat­o le regole: dobbiamo proteggere noi stessi per proteggere le persone più fragili e fermare la diffusione del virus prima che altri si infettino. Per questo facciamo ampio ricorso agli isolamenti domiciliar­i, evitiamo l’ospedale fino a quando è possibile». Tenendo buoni i circa duemila tamponi al giorno che l’Usl 2 riesce a fare, duecento contagi sono una percentual­e molto alta. La struttura è messa a dura prova: l’ospedalizz­azione cresce, ci sono 30 ricoveri in area non critica al Ca’ Foncello e un paziente è in terapia intensiva; 33 persone sono a Vittorio Veneto. Benazzi assicura che l’azienda è pronta ad affrontare un eventuale picco: «Abbiamo potenziato le linee e i call center per le segnalazio­ni e abbiamo fatto nuove assunzioni per l’attività di contact tracing. Garantiamo lo stesso standard con qualche ritardo data la mole di test da fare ed elaborare, ma siamo presenti e siamo pronti con un piano di risposta all’eventuale acuirsi dell’emergenza». Ma il ritardo può mettere in circolazio­ne il virus di chi attende l’esito e non sa di essere malato: «Chi non è sicuro di essere negativo si metta in quarantena e chiami il medico».

Benazzi Qualcuno si è dimenticat­o le regole, dobbiamo proteggere noi stessi e i più fragili

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