Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Vaccini, uno su tre è senza Sono 253 i sanitari «no vax»
L’Usl: scoperte oltre 62 mila persone over 12, il 34,2 degli immunizzabili
BELLUNO Appelli, inviti, esortazioni. Per un terzo dei bellunesi, finora, tutto è stato inutile. Ci sono oltre 62 mila persone over 12 residenti in provincia che non si sono ancora vaccinate. Il 34,2% del totale. Tante, troppe. Così il direttore generale dell’Usl 1, Maria Grazia Carraro, rinnova l’appello: «Mettiamo da parte l’io e pensiamo al noi, come mi ha detto un signore — spiega — Pensiamo al bene della comunità. Solo una copertura vaccinale massiccia ci farà uscire al più presto dalla pandemia»
Sì, perché anche nel Bellunese il virus, negli ultimi giorni, sta rialzando la testa. Fortunatamente, per ora, a ritmi più bassi che nel resto del Paese. «Sono 90 i bellunesi al momento positivi — le parole del direttore generale — e 293 quelli in isolamento. Nelle ultime 24 ore si contano 7 nuovi casi positivi». Che portano a 14 casi ogni 100 mila abitanti l’incidenza settimanale, lontani da quota 250 della «zona rossa». A dimostrare che il virus circola ancora c’è il numero di tamponi, nettamente risalito negli ultimi giorni.
«La media dell’ultima settimana — conferma Carraro — è di circa 700 tamponi, tra molecolari (400) e rapidi (300). Ma è un numero che intendiamo aumentare, per isolare e mettere in sicurezza il maggior numero di contatti possibili».
Così come per identificare e arginare la diffusione della variante Delta, responsabile dell’unico ricovero ospedaliero attuale. Anche se, su questo fronte, le notizie sono tutto sommato positive. «Dopo i casi isolati tra fine giugno e inizio luglio — spiega il direttore generale dell’Usl 1 — non ci sono state altre evidenze di questa variante». In ogni caso l’Usl 1 invita a fare il tampone tutti coloro che manifestino sintomi riferibili a Covid-19 o che siano entrati in contatto con un positivo.
E intanto si continua a vaccinare. Oltre 210 mila le dosi già somministrate. La copertura però è ancora parziale. All’appello mancano, ad esempio, ancora 5.394 persone tra i 60 e i 69 anni, 9.000 cinquantenni e 10 mila quarantenni. E più si scende con l’età, più le defezioni aumentano. Così l’Usl ha iniziato un invio massiccio di sms personali alle persone fino a 39 anni. Un’iniziativa già fatta per sessantenni, cinquantenni e quarantenni. Con buoni risultati.
«Tra i cinquantenni — spiega Carraro — la quota di adesione è stata del 10%. Del 15% tra i quarantenni. Contiamo che la percentuale aumenti con il diminuire dell’età».
Tra chi non è ancora vaccinato anche molti operatori sanitari, nonostante l’obbligo sancito per legge. Tra i dipendenti dell’Usl 1 «no vax» si contano 21 medici ospedalieri e 16 operanti nel territorio (tra medici di base, pediatri, specialisti) e 216 sanitari (tra infermieri, operatori socio sanitari, tecnici di laboratorio).
Per loro il tempo è scaduto. Dal 1 agosto chi non sarà in regola o non avrà validi motivi per non vaccinarsi sarà sospeso. Col rischio di mettere ancora più a dura prova un sistema sanitario già vicino al punto di rottura.
«Non sarà facile trovare soluzioni per non interrompere i servizi — ammette Carraro — ma ci stiamo lavorando. La commissione sta verificando di nuovo ogni singola posizione. Non c’è più margine, è una decisione non facile ma ineluttabile».
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