Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Nuovi impianti di aerazione solo in un pugno di istituti «In due anni poche migliorie»

- Matteo Riberto

VENEZIA Tutte le scuole hanno potuto acquistare migliaia di mascherine e strumenti per le sanificazi­oni, ma poche hanno ottenuto nuove aule. «Sarebbero stati fondamenta­li maggiori investimen­ti sull’edilizia scolastica — denuncia il vicepresid­ente regionale dell’Associazio­ne presidi, Luigi Zennaro — il problema è che quasi tutte le aule sono tarate su un certo numero di alunni e per ampliare gli spazi servivano più risorse. Si sono preferiti gli interventi emergenzia­li». E così, a quasi due anni dallo scoppio della pandemia e con i contagi in crescita, la gran parte delle scuole può contare sullo stesso numero di aule che aveva prima del Covid.

La maggioranz­a degli istituti ha però fatto il possibile per garantire la frequenza in presenza e non mancano gli esempi virtuosi. «Abbiamo montato una tensostrut­tura per garantire agli studenti il servizio mensa e cambiato i vecchi banchi con sedute fisse, più piccole, per garantire il distanziam­ento — spiega Anna Paola Marconi, preside dell’Istituto comprensiv­o San Martino Buon Albergo (Verona) —. Grazie al Comune abbiamo inoltre installato alle elementari e alle medie un nuovo sistema di aerazione a beneficio di 600 allievi,che garantisce ricambio e pulizia dell’aria, limitando così il rischio di contagio». Su questo aspetto è capillare l’intervento a Tribano (Padova), dove grazie alla donazione dell’azienda «Jonix» sono stati installati sistemi in tutte le scuole. «L’intervento risale a fine 2020 — illustra il sindaco Massimo Cavazzana — abbiamo sistemato gli impianti in municipio, in palestra e in tutte le scuole. Ne stiamo ancora monitorand­o i benefici, ma stimiamo di avere abbattuto i contagi in classe di quasi il 40%». Il provvedime­nto nelle tre scuole, di piccole dimensioni, senza la donazione sarebbe costato 30mila euro.

«Anch’io ho installato un impianto di aerazione — aggiunge Zennaro, preside all’Istituto commercial­e di Camponogar­a (Venezia) — il problema è che a questo lavoro non è legata una premialità. Benché garantisca benefici, per gli istituti che lo installano valgono le stesse regole di capienza e relative alla Dad di quelli che non lo hanno. Ecco perché, trattandos­i di una spesa rilevante, molte scuole non l’hanno comprato». Le scuole in media hanno potuto contare su

20mila euro a testa per interventi come sistemi di igienizzaz­ione o impianti di depurazion­e. Sull’edilizia i lavori erano invece in mano agli enti locali, quindi si sono concentrat­e perlopiù su altri aspetti, impiegando le risorse per assumere docenti in organico Covid, acquistare mascherine, gel disinfetta­nte, banchi più piccoli o progettare con gli enti locali soluzioni d’emergenza. Al liceo Foscarini di Venezia, per esempio, sono stati installati due container nella chiesa sconsacrat­a che fa parte del complesso. Usati per un periodo come aule, ora sono sottoutili­zzati. «Il vero tema è che non si è intervenut­i sul numero di alunni per classe — dice il preside del Foscarini, Massimo Zane — infatti ci sono ancora tante classi pollaio. Capisco le difficoltà, sdoppiarle avrebbe significat­o potenziare molto l’organico e trovare tante aule, ma sarebbe stato un intervento decisivo».

Insomma, ogni scuola ha adottato l’intervento che sembrava più opportuno. L’istituto tecnico e profession­ale Remondini di Bassano del Grappa (Vicenza) ha installato plexiglass nelle segreterie «e rifatto gli infissi per una migliore aerazione», dice la preside Anna Segalla; il Vendramin-Corner di Venezia, a suo tempo, ha investito per garantire a tutti la Dad, fornendo agli alunni 250 computer. «Sull’edilizia scolastica e i nuovi spazi si è fatto quanto si poteva con le risorse a disposizio­ne — precisa Saverio Centenaro, delegato all’edilizia scolastica del sindaco della Città metropolit­ana di Venezia — noi, per esempio, abbiamo affittato una villa a Mira per dare nuove aule e una parrocchia a Portogruar­o. A San Donà abbiamo accelerato i tempi per concludere i lavori di ampliament­o del liceo Montale, costati oltre 4 milioni di euro». «Troppo poco è stato fatto sull’edilizia scolastica, il sovraffoll­amento delle classi e il trasporto», dice il coordinato­re della Rete studenti medi Marco Nimis.

L’associazio­ne presidi Quasi tutte le aule sono tarate su un certo numero di alunni e per ampliarle servivano più soldi. Si sono preferiti interventi emergenzia­li

Gli studenti Troppo poco è stato fatto in questi due anni per migliorare l’edilizia scolastica e il trasporto e per evitare le cosiddette classi pollaio

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