Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Garbujo, dolci e pastine che parlano di montagna
«Se vuoi patire le pene dell’inferno, Trento d’estate e Feltre d’inverno» recita il famoso detto. In realtà se c’è un periodo da scegliere per visitare la magnifica cittadina di Feltre, nel bellunese, questo è proprio l’inverno, stagione in cui la luce dipinge sul Colle delle Capre, l’altura su cui si è sviluppato il centro rinascimentale della città, atmosfere di rara suggestione. Dopo una giornata trascorsa tra castelli, mura, chiese e palazzi (da non perdere il Teatro de la Sena, dove Carlo Goldoni fece i suoi esordi), consiglio di rifocillarsi presso la Pasticceria Garbujo (via Tezze 16, tel. 0439/2316), una vera e propria istituzione in città. Il fondatore fu Luigi Garbujo, che avviò nel 1882 un biscottificio nel vicino paese di Fonzaso. Suo figlio Carlo, nei primi anni del ‘900, si trasferì a Venezia per lavorare come apprendista presso la celebre pasticceria Rosa Salva. Ritornato a Feltre, nel 1925 aprì l’attuale bottega con la curiosa insegna «bar antialcolico». L’esercizio passò di generazione in generazione sino al 2019 quando i fratelli Carlo e Roberto cedettero l’attività alla loro capopasticcera Tamara Ciortan. Al di là di brioche e paste notevoli, ci piace segnalare una serie di prodotti della linea «Dolci delle Dolomiti» che utilizzano le migliori tipicità della montagna, dalla noce feltrina alla birra di Pedavena, dal Lattebusche al mais «sponcio». Ecco allora i Zaletti (biscottini con farina di mais e uvetta) semplici, alla cannella o al limone, il Vittorino da Feltre, un dolce alle mandorle dedicato al grande pedagogo, la Torta Monte Avena con farina d’avena, ginepro e confettura di lamponi, la Kodinza con il kodinzon, purea di mele locali, la Torta dell’Alpino con la grappa, la Polentina con nocciole e confettura di prugne o la Torta alla Birra. Il tutto magari con una bella cioccolata calda che, come diceva proprio Goldoni, dà pur sempre «gusto e sanità».