Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Rebellin, il pm ordina una superperizia
Si valuta il mandato di arresto europeo. La moglie del campione: «Quell’orrore mi strazia. I nostri progetti, distrutti»
VICENZA Lo chiama «il mio Angelo». Francoise Antonini, la moglie del campione di ciclismo Davide Rebellin travolto e ucciso da un camion pirata mercoledì nel Vicentino, dice addio al suo grande amore. Lo fa con un messaggio sui social nel quale si rivolge direttamente al marito: «L’orrore di ciò che hai passato mi strazia... Andare avanti sapendo che non ci toccheremo mai più, non ci parleremo mai più, non ci sveglieremo mai più l’uno nelle braccia dell’altro mi fa a pezzi... I nostri bei progetti di coppia, che stavano finalmente prendendo forma ora che la tua impegnativa carriera era finita, e che non si realizzeranno mai, mi sta facendo a pezzi». Antonini, giunta a Lonigo da Montecarlo, dove viveva assieme all’atleta di origini venete, è sconvolta. «Non poterti vedere e toccare per l’ultima volta perché te ne sei andato in modo così orribile - prosegue - mi mette al tappeto. Sto cercando di riprendere fiato, ma come posso respirare senza di te al mio fianco? Ti supplico dammi la forza di rialzarmi, e soprattutto riposa in pace... Ti terrò sempre nel mio cuore, per l’eternità».
Ma oltre il dolore, resta la rabbia per quanto accaduto. La procura di Vicenza si prepara a chiedere una superperizia che dovrà ricostruire la dinamica dell’incidente avvenuto mercoledì intorno a mezzogiorno in una rotatoria a Montebello Vicentino. Una consulenza tecnica che, unita ai risultati che arriveranno dall’autopsia, servirà a stabilire le responsabilità di Wolfgang Rieke, l’autista di 62 anni che col suo tir ha travolto Rebellin, trascinandolo fino all’interno del parcheggio di un ristorante. La procura indaga per i reati di omicidio stradale e omissione di soccorso, ma a rendere tutto complicato è il fatto che l’uomo si trova già in Germania e il codice penale tedesco non prevede il reato di omicidio stradale ma solo quello di omicidio colposo. Significa che l’autista verrà processato in Italia e, quando un’eventuale condanna diventerà definitiva, si potrà chiederne l’estradizione. Nel frattempo però, non è escluso che scattino altri provvedimenti: gli investigatori - spiega l’agenzia Ansa potrebbero chiedere una misura cautelare viste le dinamiche dell’incidente e soprattutto il fatto che l’uomo si è dato alla fuga. L’ipotesi che sarebbe al vaglio della magistratura berica è di procedere con un mandato di arresto europeo.
Rieke lavora per la ditta di spedizioni del fratello e nei prossimi giorni sarà sentito in Germania dai rappresentanti della giustizia italiana o interrogato in videoconferenza. Lì avrà l’occasione di ricostruire la sua versione di quanto accaduto mercoledì: la sua unica speranza di cavarsela è di dimostrare che non si sia accorto di quanto aveva fatto.
Ma non sarà facile convincere i magistrati: le immagini riprese dalle telecamere del ristorante mostrano che, dopo l’urto, il camionista si è avvicinato al campione agonizzante a terra per poi ripartire senza soccorrerlo. Il 62enne si è diretto a Verona dove ha caricato della merce in un’azienda dell’interporto, e infine si è diretto oltre confine. Pare sia proprio nella società veronese che è stata acquisita la copia della carta d’identità del camionista: la foto è stata confrontata con quelle scattate sul luogo del sinistro da alcuni avventori e con le immagini delle telecamere, e questo ha permesso di indicare Rieke come l’autista alla guida.
Nelle prossime ore la procura gli notificherà un «avviso» affinché possa nominare un consulente per assistere all’autopsia. Anche questa procedura passa attraverso la collaborazione con le autorità tedesche e quindi i tempi si allungano: difficile che l’esame autoptico possa svolgersi la prossima settimana. Di conseguenza slitta a data da destinarsi il funerali del campione, che era previsto per mercoledì.
Rebellin si trovava a casa della madre, a Lonigo, solo da qualche giorno, e tutte le mattine andava ad allenarsi. Secondo il sindaco del paese, Pierluigi Giacomello «è inaccettabile l’assenza di provvedimenti: si tratta di un omicidio, l’autista va arrestato».