Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Sequestro a Preganziol, lei voleva divorziare Alla notizia della separazione, il marito ha appoggiato una pistola sul tavolo e sprangato la porta
PREGANZIOL Lei voleva mettere la parola fine a quel matrimonio, durato 10 anni, ormai agli sgoccioli tanto che marito e moglie vivevano da oltre un anno come separati in casa.
Lui, un ex militare incensurato, operaio metalmeccanico specializzato, però non avrebbe accettato la decisione di lei. E per questo, quando la donna, che ha un passato come attrice e anche ballerina in un noto locale trevigiano, ha comunicato che era veramente finita, l’uomo ha perso la testa: ha chiuso la porta della casa di via Gorizia a Preganziol e l’ha sequestrata per 10 ore interminabili ore.
Il 55enne avrebbe anche messo sul tavolo della cucina una pistola che, insieme ad altre sei armi da fuoco, deteneva legalmente. «Se provi ad uscire ti ammazzo» avrebbe detto minacciandola.
Solo l’intervento di un nucleo specializzato dei carabinieri, allertati da una chiamata al 112 da parte della figlia di lei, ha messo fine all’incubo. Al mattino, su suggerimento di un negoziatore degli uomini dell’Arma, la donna è riuscita a convincere il marito a lasciarla uscire per portare il cane a fare i bisogni. Così è scattata l’irruzione dentro all’abitazione che ha fatto finire in manette il marito. «L’uomo - spiega il procuratore di Treviso Marco Martani - non era lucido altrimenti non avrebbe permesso alla moglie di scendere in strada con il cane, per quanto le fosse stato preso il telefono cellulare e il portafoglio probabilmente nella speranza che così non se ne sarebbe andata».
Il pubblico ministero Giulio Caprarola stamattina, nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto, chiederà la misura degli arresti domiciliari con l’uso del braccialetto elettronico nella casa del padre del 50enne, che si trova anch’essa a Preganziol. Nel frattempo sono in corso delle verifiche per sincerarsi che nell’abitazione del genitore non siano presenti armi. «Sono precauzioni che dobbiamo prendere per impedire che l’indagato (difeso dall’avvocato Luigi Fadalti) possa usarle per compiere dei gesti sconsiderati nei confronti della moglie - torna a dire Martani - il braccialetto elettronico infatti non dà un’indicazione in tempo reale sulla persona a cui viene applicato e comunque è uno strumento non equipaggiato con un rilevatore di posizione». (de.bar.)
Dieci ore La donna è rimasta in balia del delirio del marito per dieci interminabili ore