Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Spopolamento continuo ma la città resiste
L’Osservatorio economico-sociale: nel 2031 in provincia solo 192.200 residenti, la metà intorno al capoluogo Crollo degli studenti, gli over 65 al 31% della popolazione. Il picco in Agordino e Cadore: -7,5% degli abitanti
BELLUNO Se dovessero proseguire le tendenze attuali, la popolazione regionale al 2031 dovrebbe attestarsi sui 4 milioni e 824 mila, 46mila persone in meno rispetto al 2021 (-0,9%). In dieci anni, è come se sparissero gli abitanti delle città di Belluno e Sedico messe assieme. Ma il bilancio risulterebbe più drammatico in assenza di flussi migratori: in Veneto verrebbero a mancare 190mila abitanti, quasi la somma degli abitanti delle città di Vicenza e Treviso. Tendenze ancora più accentuate nel Bellunese.
Questi i dati regionali di una ricerca demografica — a cura dell’ Osservatorio economicosocia ledi Treviso e Belluno— al 2031 nella provincia dolomitica e nelle diverse aree sovracomunali, con analisi d’impatto su programmazione scolastica, mercato del lavoro, servizi per anziani.
Nel Bellunese, secondo le proiezioni, a fine decennio 2021-2031 la provincia potrà perdere circa 7.500 abitanti. Si passerà da 199.700 a 192.200 abitanti. Una flessione del 3,8% contro lo 0,9% a livello regionale. Ma in assenza di flussi migratori, la contrazione potrebbe essere pari a 13 mila abitanti.
Le aree che soffriranno di più del calo saranno Cadore e Agordino, con contrazioni pari o superiori al 7,5%. Per il Cadore significa perdere 2.500 abitanti, mentre nell’area attorno a Belluno, che polarizzerà il 48% della popolazione, la diminuzione sarà del l ’ 1 , 5 per cento.
I primi, tangibili, effetti saranno il calo dei bambini e l’aumento degli anziani. I servizi per l’infanzia (0-2 anni) vivranno il paradosso di tassi di copertura migliori. A offerta invariata di servizi, nel 2031 si potrebbe arrivare a una copertura potenziale del 39% contro il 32% attuale: con 175 posti-nido in più si raggiungerebbe l’obiettivo europeo di una copertura al 45%.
Ma già nella scuola primaria gli studenti nella fascia 6-10 a nni si r i dur r a nno d i circa 1 . 600 unit à ( - 20, 5%). Se nel 2021 sono stati 1.418, nel 2031 saranno 1.175 (-243). Un calo che porterà al superamento dei criteri di formazione delle classi e all’adozione di innovazioni didattiche e organizzative, se si vorrà evitare il taglio dei plessi. Nelle scuole medie mancheranno altri 1.132 studenti, quelli ricompresi nella fascia d’età 11-13 anni.
Quanto agli anziani, in provincia l’incidenza degli over 65 sul totale della popolazione passerà dal 21,0% al 31,4% e al 33,4% nel Cadore. In valori assoluti, ciò significa che nell’arco di tempo di considerato si passerà da circa 43.800 a circa 60.300 ultrasessantacinquenni (16.500, con un incremento di seimila solo nell’ultimo decennio 2021-2031). Nella medesima proporzione aumenterà la pressione sui servizi sanitari e socio-assistenziali.
In mezzo alla denatalità e all’ invecchiamento sta il funzionamento del mercato del lavoro. Dal 2021 al 2031 a livello regionale ci saranno circa 143 mila residenti in meno in età lavorativa. Questa proiezione porta a delineare un potenziale ammanco di circa novemila residenti.
Ulteriore fenomeno da considerare è la diversa composizione per titoli di studio: il tasso di laureati tra gli occupati nella fascia 60-64 anni al 2022 è del 17,3%, che raddoppia tra quanti di età compresa tra i 25 e i 29 anni (35,9%).
«In provincia, tra il 2021 e il 2031, alle imprese mancheranno circa novemila residenti in età lavorativa—sottolinea Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio TrevisoBelluno/ Dolomiti—e peggiorerà così il già difficile reclutamento di forza lavoro, nel breve compensabile da un’intelligente gestione dei flussi migratori ed elevando il tasso di occupazione femminile. Ma dovremo ridefinire, nelle imprese e nei territori, le condizioni di attrattività dei giovani talenti, da valorizzare per ruoli, retribuzioni, carriere, anche per ambiente sociale e culturale che possiamo loro offrire».