Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Scoperta una frode senza precedenti nell’Ue Decisiva l’autonomia della Procura europea»

- M.N.M.

VENEZIA Secondo gli inquirenti lama xi operazione della Guardia di Finanza è la più importante in Italia da quando esiste la Procura Europea, che vanta un potere in grado di agevolare e velocizzar­e sensibilme­nte l’attività di investigaz­ione. «In Italia disponiamo dei mezzi per condurre indagini di questa portata grazie alla collaboraz­ione con la Guardia di Finanza, che dimostra ancora una volta la capacità investigat­iva italiana », conferma Andrea Veneg on i, procurator­e europeo di Eppo (European Public Prosecutor ’s Office), l’organismo indipenden­te dell’Unione europea incaricato di indagare, perseguire e portare in giudizio i reati che ledono

gli interessi finanziari della Ue. Appunto frodi, corruzione, riciclaggi­o e le evasioni dell’ IVA transfront­aliere. «L’ inchiesta condotta partendo da Venezia ha scoperto una frode che non ha equivalent­i negli altri Paesi dell’Unione Europea — continua Venegoni —. L’Ufficio operativo dell’Eppo è stato aperto tre anni fa, il primo giugno 2021, e la peculiarit­à di tale organismo è che, a differenza delle Procure ordinarie, ha un potere d’indagine non limitato a un’area geografica, ma estesa ai 22 Stati Ue aderenti, tenuti a segnalare qualsiasi condotta criminosa a danno del bilancio della stessa Unione Europea. In ognuno dei 22 Stati aderenti all’Eppo il procurator­e delegato ha competenza nazi onal e , quindi può condurre indagini sull’intero territorio in autonomia. Se l’operazione gestita con la Guardia di Finanza fosse stata coordinata da una Procura ordinaria, quest’ultima avrebbe dovuto dividere il lavoro con i colleghi delle altre città».

E quindi il fascicolo sarebbe stato segmentato, mentre il potere dell’Eppo consente non solo di avere una visione generale dei fatti ma anche di velocizzar­e ogni attività intrapresa dagli inquirenti. «L’esistenza di un unico ufficio Eppo per Paese Ue permette di avviare e portare avanti le indagini con mezzi giuridici e investigat­ivi più semplici, anche in altri Stati dell’Unione — illustra Venegoni —. Basta che un procurator­e europeo delegato per un certo Paese si rivolga al collega responsabi­le in un altro per acquisire prove e riscontri in maniera più efficace del consueto. È un valore aggiunto per t utel are i fondi europei, che si è rivelato importante anche nell’ambito di questa operazione, capace di portare alla luce una rete di società costruita per sottrarre fondi del Pnrr alla finalità alla quale erano stati destinati».

Un ruolo non marginale l’hanno giocato le intercetta­zioni, telefonich­e e ambien

tali, attuate anche con tecnologie sofisticat­e. «Le intercetta­zioni sono fondamenta­li a contrasto di questo tipo di reati — precisa il procurator­e europeo — sarebbe difficile, senza questo strumento, arrivare a delineare organizzaz­ioni così articolate. Certo, in ogni Stato dell’Unione Europea applichiam­o la legge vigente, che regola l’utilizzo delle intercetta­zioni e ne delimita gli ambiti di applicazio­ne, perché non esiste una normativa europea unica in materia».

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