Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Dal pappagallo all’imballatrice: boom di raggiri online
TREVISO Oggetti pagati ma mai ricevuti, telefonate di operatori che nascondono raggiri, truffe «inverse» con le vittime indotte a versare denaro anziché riceverlo, e così via. La fantasia e la varietà delle tecniche utilizzate dai truffatori non conosce limite e l’impegno a cui sono ormai costretti da tempo i carabinieri delle varie stazioni dell’Arma in tutta la Marca è sempre più gravoso: basti pensare che nelle ultime settimane si sono concluse indagini che hanno portato alla denuncia di ben 14 persone. Tra questi un 31enne di origini calabresi che aveva messo in vendita in rete un pappagallo di una specie rara, ma una volta ricevuti gli 800 euro pattuiti da un residente dell’Asolano è sparito. Volato via lui, così come i soldi e il fantomatico pennuto. È stato di mille euro il bottino che un finto operatore bancario, un 56enne di Lucca, è riuscito a spillare ad un castellano che aveva ricevuto un falso sms di home banking. Denunciato anche un 69enne milanese che in una piattaforma di ecommerce aveva pubblicato l’annuncio di vendita di un’utilitaria: a cadere nel tranello un 29enne di Pederobba che ha versato 850 euro senza ricevere nulla. È la classica «truffa inversa» anche quella subita da una 21enne di Conegliano che stava acquistando un divano al costo di 100 euro ma ha finito per versarne 1.500 a due cittadini pakistani. Un 33enne del napoletano si è invece finto un operatore di trading online ed è riuscito a convincere un 32enne di Montebelluna ad effettuare un paio di bonifici per la somma complessiva di 2.500 euro. Tre pregiudicati sono stati denunciati, sempre dall’Arma del
Montebellunese, per una truffa ai danni di una 24enne del posto: la giovane aveva messo in vendita su una piattaforma di ecommerce un’imballatrice e ha finito alcune ricariche per 2.200 euro sulle carte prepagate del terzetto. Stesso tipo di raggiro subito da una donna residente a Paese che si è vista sfilare 800 euro da una 57enne ascolana dopo aver messo in vendita alcune ante in legno. Due 24enni di origine rumena sono stati infine individuati come presunti autori di una truffa messa a segno a gennaio nel parcheggio del centro commerciale Emisfero: gli stranieri hanno venduto per 900 euro uno smartphone non funzionante ad un 56enne trevigiano. Le telecamere hanno incastrato gli autori del raggiro.