Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Crisi aziendali, la «fame» di operai aiuta a ricollocare gli esuberi
L’unità di crisi della Regione: 321 casi in tre anni. Gli esempi Forall, Acc e Monti
VENEZIA Le crisi aziendali gestite dalla Regione continuano ad aumentare. E potrebbe non essere del tutto una brutta notizia. Sono state 42 nel 2021, 40 nel 2022 e 49 lo scorso anno. Segno anche, spiegano a Palazzo Balbi, che gli imprenditori iniziano a chiedere aiuto. Il che è positivo perché una certa ritrosia ad ammettere di essere in difficoltà fra le Pmi del territorio persiste e soprattutto perché, come ogni malanno, anche una crisi aziendale può essere gestita meglio se «presa per tempo». Tanto più che, dicono in Regione, in questo periodo la «fame» di lavoratori delle aziende rende più agevole ricollocare gruppi di lavoratori provenienti da settori spesso simili e formati da enti accreditati.
«Per aziende in salute che cercano disperatamente persone da assumere - spiega l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Elena Donazzan - la proposta su gruppi di lavoratori ulteriormente formati e con la ‘garanzia’ di percorsi efficaci seguiti dal nostro sistema pubblico-privato viene accolta con entusiasmo». Una situazione winwin che, però, prevede di affrontare di petto le crisi già alle prime avvisaglie.
La parola chiave è «anticipare», insistono Donazzan, il suo dirigente Alessandro Agostinetti, Giuliano Bascetta capo progetto dell’Unità di crisi aziendali, e il direttore di Veneto Lavoro, Tiziano Barone, tracciando un bilancio della task force che si è guadagnata il plauso del ministero e il riconoscimento di altre Regioni alle prese con la creazione di strumenti analoghi. L’occasione per fare il punto sono i primi 11 mesi di applicazione «intensiva» di Gol, la misura del Pnrr che sta per «Garanzia di occupabilità dei lavoratori».
Intensiva, perché la scelta di Palazzo Balbi è stata (vincendo qualche perplessità di Bruxelles) di tenere aperti i bandi il più possibile in modo da poter dare risposte in tempo reale attivando, da maggio 2023 (inizio dei bandi Gol) 9 tavoli di crisi su altrettante aziende e la presa in carico di 402 dipendenti in buona parte già ricollocati mentre altri sono inseriti in percorsi di accompagnamento per un nuovo inser i men to l a vo r a t i vo . E una spesa di circa 1,2 milioni di euro del Pnrr.
«La nostra Regione ha avviato un modello vincente di politiche attive per la riqualificazione e l’outplacement dei lavoratori a rischio esubero - spiega Donazzan -. Un modello caratterizzato da cooperazione tra pubblico e privato, attribuzione di un ruolo attivo dei centri per l’impiego e dall’obbligatorietà dell’accordo con le Parti sociali, sindacali e datoriali, per assicurare, in modo responsabile, la condivisione degli obiettivi da perseguire e delle azioni da attivare. Non a caso il Veneto è la prima Regione d’Italia ad aver emesso l’avviso per la ricollocazione collettiva dei lavoratori a rischio esubero nell’ambito del Programma Gol».
Sul fronte Gol, il primo progetto approvato a giugno 2023 ha coinvolto i 92 lavoratori in cassa integrazione straordinaria della Forall Confezioni. Nel 2021 l’azienda aveva annunciato di voler dismettere lo stabilimento di Quinto Vicentino che produceva per il brand Pal Zileri. È entrata in gioco l’Unità di crisi e si è arrivati a reindustrializzare il si to e il ricollocamento degli addetti.
Nel caso di Acc, a Borgo Valbelluna, dalla crisi iniziata a fine 2019 si è giunti alla procedura di amministrazione straordinaria e sono stati presi in carico i 63 lavoratori in esubero. Storia simile per la Tessitura Monti che ha visto coinvolti ben 101 lavoratori sottoposti a licenziamento collettivo di cui 38 già ricollocati.
Riassumendo, nell’ultimo triennio, si contano 321 crisi aziendali complesse gestite, 58.383 lavoratori diretti coinvolti, 62 casi di crisi gestiti in collaborazione con le strutture ministeriali, 38 casi aziendali risolti attraverso cessione o reindustrializzazione del sito. Circa la metà dei casi gestiti (48%) riguarda aziende con unità locali in Veneto con meno di 100 lavoratori diretti, mentre un terzo (33%) sono grandi imprese sopra i 250 addetti. Il settore più coinvolto è quello metalmeccanico, seguono commercio e servizi.
Tra i casi più significativi di crisi gestite con la regia dell’Unità di crisi regionale ci sono Safilo e Recoaro ma anche Electrolux e Ideal Standard. «Io resto affezionata - dice Donazzan - al caso Unilever rilanciata con la joint venture con Menz&Gasser. Il dado liquido monoporzione è nato così».