Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
I comuni con i redditi più bassi «Noi poveri (e vecchi) ma felici»
Zoppè, Forno di Zoldo e Ospitale in fondo alle classifiche: «Non ci manca nulla»
BELLUNO Una recente indagine Istat rilanciata nei giorni scorsi ha portato all’attenzione la situazione reddituale della Provincia di Belluno. Dove non sorprende di certo il primo posto di Cortina d’Ampezzo con un reddito medio pro capite di 29.988 euro, ma dove emergono le situazioni di Comuni molto piccoli e più poveri. Poveri, ma per nulla rassegnati o preoccupati per quanto raccontano le statistiche. E se Gianluca Lorenzi, primo cittadino di Cortina, liquida la questione con un eloquente «non ho nulla da dire, il Veneto non è neppure contemplato nella classifica delle prime trenta località più ricche», hanno molte più cose da dire i sindaci di Zoppè di Cadore, Paolo Simonetti e di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin. In fondo alla classifica ci sono loro con un reddito medio di 13299 euro (Zoppè) e di 16651 euro (Val di Zoldo). In mezzo c’è il capoluogo, Belluno, con 25336 euro pro capite, ma sono i piccoli a fare più rumore: «Il dato è perfettamente spiegabile – spiega il primo cittadino di Zoppè Paolo Simonetti – tanti nostri concittadini si sono trasferiti in Germania, facendo fortuna all’estero e acquistando immobili fuori dal loro Comune di origine. Zoppè ha 190 residenti, siamo dimezzati rispetto a 20 anni. L’età media è altissima, 58 anni, per cui la verità è che siamo un paese di pensionati. Io stesso ho 71 anni, metto a disposizione quello che ho imparato in tanti anni in cui sono stato fuori regione a Milano, dove ho esercitato la mia professione di architetto e sul Lago Maggiore, dove ho aperto una gelateria». Ma come si vive a Zoppè? Simonetto fa spallucce: «A Zoppè c’è poco, ma ce lo facciamo bastare. La cooperativa del paese ha assunto quattro persone e adesso i dipendenti sono sei, il bar del paese ha riaperto dopo esse restato chiuso per alcuni anni. Poveri ma felici? Diciamo che ci arrangiamo, ma non abbiamo nulla di cui vergognarci, alla nostra gente non manca nulla. Non navigherà nell’oro, ma si arrangia e vive decorosamente». L’esuberanza di Camillo De Pellegrin, brioso sindaco di Val di Zoldo, genera una risposta piuttosto diretta alla constatazione del basso reddito medio del paese: «Sono 13 anni che sento questa storia – allarga le braccia – ce ne siamo fatti una ragione. Quello che ha detto Simonetti vale anche per noi, in tanti sono andati all’ estero e sono emigrati. Da noi c’è un’impresa che fa componentistica per occhiali, una casa di riposo, piccole imprese edili, il comparto turistico. Insomma, ci arrangiamo, saremo poveri finché volete, ma siamo felici di quello che abbiamo».
Più o meno in linea c’è anche Ospitale di Cadore, con un reddito medio appena più elevato di 18586 euro pro capite, ma comunque nelle retrovie della provincia: «Noi giriamo a testa alta – ribatte il sindaco Roberto Sant in–abbiamo 267 abitanti e non è veroche non c’ è imprenditorialità. Nessun osi trova in condizioni disperate, soltanto in due hanno chiesto aiuto. I miei concittadini conducono una vita semplice, si fanno bastare quello che hanno. Siamo felici, anche con pochi soldi in tasca».