Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Boldrini attacca Galan «Non ha senso dello Stato grave sia ancora deputato» L’8 luglio l’ex ministro perderà la presidenza della commissione
Il sorriso delle grandi occasioni, il trillo della leggendaria campanella, la formula del rito parlamentare: «La seduta è tolta». Ieri mattina Laura Boldrini, ospite del raduno del programma radiofonico Caterpillar, a grande richiesta del pubblico ha chiuso con questa scenetta l’incontro con Rosy Bindi e don Luigi Ciotti sul tema della legalità. L’evento si teneva al teatro La Fenice, ma quello di Senigallia, non di Venezia. Poco cambia in realtà, perché forse mai come questa volta la presidente della Camera è stata tanto vicina alla laguna, con particolare riferimento allo scandalo Mose, per interposta condanna (passata in giudicato) di Giancarlo Galan. All’ex governatore ed ex ministro, ma tuttora deputato e numero uno della commissione Cultura, la speaker di Montecitorio ha riservato parole di fuoco, all’indomani della conferma da parte della Cassazione del patteggiamento a 2 anni e 10 mesi di reclusione con multa da 2,6 milioni di euro: «Galan non ha senso dello Stato».
Non è la prima volta che Boldrini interviene con durezza sul caso del forzista, arrestato il 22 luglio 2014 dopo il via libera della Camera, nell’ambito dell’inchiesta che il precedente 4 giugno aveva scoperchiato il calderone delle tangenti che ribollivano nell’acqua alta veneziana. Già lo scorso 13 dicembre, infatti, la presidente di Montecitorio aveva risposto con una lettera al Corriere della Sera alla domanda posta da Gian Antonio Stella su Sette, a proposito della permanenza dell’ex Doge al vertice della commissione Cultura: «Non sarebbe opportuno che Galan desse le dimissioni?». Boldrini aveva replicato che sì, sarebbe stato il caso, ma aveva anche aggiunto che non era possibile obbligare l’azzurro a farsi da parte («Nel nostro ordinamento non sono ammissibili strumenti volti a revocare il presidente di un organo parlamentare»), auspicando tuttavia che fosse lui stesso a voler rispettare la Costituzione nel passaggio in cui recita: «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore».
Ma si era trattato ancora di miele, in confronto al fiele di ieri. Alla specifica domanda del conduttore Massimo Cirri, la leader della Camera non si è tirata indietro: «Posso dire da cittadina di essere esterrefatta per il fatto che Galan sia ancora presidente della commissione Cultura della Camera. Pensavo che un uomo con il senso delle istituzioni si dimettesse, ma lui ha dimostrato di non esserlo». Boldrini ha rimarcato di comprendere le ragioni di quanti, al di fuori dei Palazzi, si chiedono perché Galan continui ad occupare ( virtualmente) lo scranno nell’emiciclo e la poltrona in commissione, dopo quasi un anno di detenzione fra il carcere di Opera e il domicilio di Villa Rodella. «Lo so - ha proseguito - è paradossale che Galan sia ancora parlamentare, lo dico da cittadina. Ma vorrei che fosse chiaro che le Camere non hanno nessuno strumento per farlo dimettere. Siamo consapevoli della gravità della situazione, ma ora inizierà tutta una procedura che dalla giunta per le elezioni porterà in aula la decisione sulla decadenza o meno».
La legge Severino prevede infatti che decada dalla carica il parlamentare a carico del quale sia diventata definitiva una condanna superiore ai due anni. Per quanto riguarda la funzione aggiuntiva di presidente di commissione, invece, stando all’ordinamento si tratta di un ruolo di garanzia che come tale va tutelato senza la possibilità di imporgli dimissioni. Detto questo, però, Galan sta Potranno essere chiesti ulteriori chiarimenti sia alla Cassazione, sia a Galan, sia al possibile subentrante. Dopodiché sarà elaborata una proposta che, data la legge Severino, credo proprio non potrà che essere per la decadenza. Quell’atto sarà messo ai voti e, se come penso verrà approvato, passerà all’aula. Come M5S chiederemo la votazione palese, ma ci aspettiamo invece che sarà segreta. Ovviamente a quel punto l’assemblea sarà sovrana, ma personalmente ritengo che una bocciatura della richiesta di decadenza sarebbe un atto illegale, in quanto contrario alla legge Severino. Ad ogni modo reputo che questo percorso, se la notifica della Corte arriverà in tempi brevi, potrà concludersi subito dopo l’estate».
Con tutta probabilità il relatore del fascicolo in giunta sarà Alessandro Pagano ( Nuovo Centrodestra). «Il mio gruppo - continua il grillino D’Ambrosio per perdere pure questo incarico. Per mercoledì 8 luglio, infatti, sono state convocate in contemporanea le quattordici commissioni della Camera: alle 13 le prime sette (la Cultura è proprio la settima), alle 14 le restanti. Per tutte all’ordine del giorno figura il rinnovo delle presidenze, previsto dal regolamento di Montecitorio dopo i primi due anni di mandato. In considerazione del cambio di maggioranza intercorso fra i governi Letta e Renzi, peraltro per stessa ammissione del capogruppo azzurro Renato Brunetta ancora un mese fa («Ora siamo all’opposizione » ) , è scontato che Forza Italia dovrà rinunciare a tutte e quattro le caselle finora occupate.
Si avvicina dunque la fine dell’esperienza parlamentare per l’ex presidente della Regione, verso il quale ieri la Rete si è scatenata, con critiche e sarcasmi di ogni tipo. Fra gli altri ecco il tweet dell’Unità che, a poche ore dal referendum su Grexit, ha ironizzato su quello che ha definito «l’attaccamento di Galan alla poltrona»: «Può crollare il mondo ma Giancarlo Galan resta deputato malgrado la condanna definitiva. Galanexit!». - ha notevolmente spinto sulla questione Galan. In attesa del verdetto di terzo grado, per quasi un anno abbiamo avuto alla presidenza della commissione Cultura un uomo ai domiciliari per corruzione, alla faccia della disciplina e dell’onore richiesti a quanti ricoprono ruoli nelle istituzioni».
Unico veneto nella giunta delle elezioni è il rodigino Diego Crivellari (Partito Democratico): «Non abbiamo alcuna volontà giustizialista, ma rispetto per le istituzioni, come abbiamo dimostrato anche con la richiesta di arresto per il pd Francantonio Genovese. Spero solo che il caso Galan non diventi una telenovela com’è stato al Senato per la decadenza di Silvio Berlusconi. Il mio auspicio è che la vicenda venga affrontata senza perdersi tanto nei cavilli. In fondo la legge è chiara».
Crivellari Spero che questo caso non diventi una telenovela com’è stato con Berlusconi al Senato